Terremoto nel mondo del cinema italiano. Sono almeno cinque i fascicoli aperti da dalla Procura di Roma in relazione al tax credit, i finanziamenti concessi per la realizzazione dei film in Italia.
Gli accertamenti riguardano centinaia di pellicole legate a diverse società tra cui la One More Pictures, fondata da Manuela Cacciamani, attuale numero uno di Cinecittà e da lei guidata fino al giugno 2024, quando è stata nominata ad della società controllata dal Mef.
Faro acceso della procura anche sulla società che ha prodotto il film di Francis Kaufmann, l’uomo accusato di aver ucciso la moglie e la figlia a Villa Pamphili, a Roma. I pm capitolini hanno delegato le forze dell’ordine per acquisire atti e documenti. Le indagini sono ancora in fase iniziale e nei fascicoli già avviati su singoli episodi di finanziamento, che sarebbero contro ignoti, si ipotizzano reati finanziari, economici e contro la Pa.
L’ammontare dei contributi sospetti è di circa 200 milioni di euro.
Il ministero della Cultura si è già attivato per fornire tutta la documentazione richiesta a inizio agosto dalla Guardia di Finanza, fanno sapere da via del Collegio Romano.
Solo pochi giorni fa il nuovo presidente di Cinecittà, Antonio Saccone, intervistato da Milano Finanza aveva sottolineato che l’industria del cinema «ha diverse enormi sfide da affrontare», tra queste «quella di fare chiarezza sulla misura del tax credit». «Abbiamo pagato il sistema di incertezza iniziale, che ha portato a maglie troppo larghe», aveva sottolineato.
Le reazioni
le reazioni politiche non si sono fatte attendere. «Quanto sta emergendo intorno a Cinecittà impone una riflessione seria e severa da parte del governo: Giuli faccia immediatamente chiarezza. Non è più tempo di scaricare responsabilità su governi passati o di piegare a propaganda politica le criticità legate al tax credit su cui in più occasioni abbiamo chiesto una riflessione sul necessario rafforzamento delle modalità di controllo da parte Mic». Così in una nota il democratico Matteo Orfini componente della Commissione e cultura della Camera. «Se venissero confermate le notizie diffuse dagli organi di stampa – prosegue Orfini – ci troveremmo di fronte non a semplici errori di gestione, ma a pratiche che esulano dalle regole e dai principi di trasparenza. Cinecittà rappresenta il cuore pulsante dell’industria cinematografica e audiovisiva italiana e non può permettersi vertici che, direttamente o indirettamente, abbiano abusato del proprio ruolo. È indispensabile fare piena luce, senza reticenze né protezioni di parte. Ci auguriamo che cessino subito le lotte interne alla maggioranza, che hanno trasformato un settore strategico in terreno di scontro politico».
«L’industria cinematografica italiana ha bisogno di stabilità, autonomia e una visione industriale seria, non di strumentalizzazioni ciniche e campagne di occupazione. Serve un cambio di passo immediato, nell’interesse esclusivo del Paese e della cultura italiana: Giuli e Borgonzoni ne prendano atto», conclude Orfini.
«Avevamo ragione su tutta la linea. Oggi arriva la conferma: sono ben cinque i fascicoli aperti dalla Procura di Roma sul tax credit e sulla gestione del settore cinema da parte di questo governo. Cinque indagini che chiamano in causa anche i nostri esposti: dalla vicenda Cacciamani fino alle distorsioni sul tax credit. E chissà quanto altro verrà fuori!», sottolinea il deputato M5S Gaetano Amato. «È la fotografia impietosa di un’amministrazione allo sbando, guidata dall’inadeguatezza ormai conclamata della sottosegretaria Borgonzoni e da un governo che ha trasformato la cultura in terreno di clientele. Mentre si parlava di rilancio, trasparenza e riforme, il risultato concreto è sotto gli occhi di tutti: la magistratura è costretta a indagare su ciò che noi denunciavamo da tempo con esposti molto precisi e dettagliati presentati alla procura della Repubblica. Un sistema che avrebbe dovuto sostenere il cinema italiano rischia invece di rivelarsi l’ennesimo scandalo figlio dell’incapacità e dell’arroganza di chi governa», conclude il deputato. (riproduzione riservata)
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