l’esperienza di Mnesys • Secondo Welfare


Creare un partenariato esteso tra neuroscienza e neurofarmacologia per svolgere ricerche sul funzionamento del cervello in condizioni fisiologiche e patologiche, promuovendo percorsi di studio, ricerca e sperimentazione – sia in campo scientifico che tecnologico – in grado di valorizzare risultati nei campi delle biotecnologie, della sanità e della farmaceutica.

È questo, in breve, l’obiettivo di Mnesys (acronimo di “A multiscale integrated approch to the study of the nervous system in health and disease”), programma di ricerca inserito nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Un progetto ambizioso, in cui la componente del capitale umano gioca un ruolo fondamentale visto il coinvolgimento di circa 800 scienziati italiani che costituiscono una vera brain venture di gruppi di lavoro distribuiti in tutto il Paese.

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Partendo dall’esperienza di Mnesys, in questo articolo ci soffermeremo sull’economia della conoscenza e in particolare sul ruolo che in essa gioca la formazione nella ricerca scientifica per favorire la trasformazione della conoscenza in innovazione concreta per generare un impatto reale sulla società italiana. Ne abbiamo parlato con Loredana Monica Luzzi, Direttrice Generale della Mnesys S.c.a.r.lche, svolgendo il ruolo di Hub, coordina la gestione del programma. Con lei abbiamo discusso dell’esperienza dell’apprendimento e alle prospettive future della formazione nell’ambito della ricerca scientifica. 

Dottoressa Luzzi, può anzitutto spiegarci in poche parole di cosa si occupa Mnesys?

Il programma di ricerca Mnesys si pone l’obiettivo di sviluppare nuovi approcci per le neuroscienze sperimentali e cliniche in una prospettiva di medicina di precisione, personalizzata e predittiva, che possa avere un impatto trasformativo sulla cura delle patologie del sistema nervoso e del comportamento. In questo senso il paradigma sottostante al programma prevede l’integrazione di competenze mediche, biologiche, tecnologiche e computazionali con l’obiettivo finale di comprendere a 360 gradi alcuni degli aspetti chiave del funzionamento del cervello e dell’intero sistema nervoso in condizioni fisiologiche e come le alterazioni degli stessi possano portare a diverse patologie.

Andando più nel dettaglio, ci spiega come funziona Mnesys?

Il programma ha permesso di costruire quella che ad oggi è una delle più estese reti europee per la ricerca neuroscientifica, che si declina in sette linee verticali di ricerca, dal genoma al comportamento, realizzate grazie all’attività orizzontale di sette spoke. Ognuno di essi è coordinato da una Università e i ricercatori afferenti agli spoke sono affiliati ai 25 enti fondatori della società consortile o agli enti beneficiari che realizzano le attività del programma grazie al sistema dei bandi a cascata, che sono circa 90 tra istituzioni di ricerca, Università, Centri di ricerca, IRCCS, imprese e industrie private.

Linee verticali e spoke di ricerca del programma Mnesys.

Quali sono gli aspetti che il programma di ricerca sta affrontando con riferimento allo sviluppo delle competenze?

Uno degli assi portanti di Mnesys è la formazione avanzata dei ricercatori. Crediamo che l’attività di ricerca e i frutti del lavoro del ricercatore debbano potersi inserire in un meccanismo virtuoso in cui gli scienziati delle scienze della vita siano in grado di tutelare e valorizzare i risultati del loro lavoro, di relazionarsi in modo efficace con partner industriali e investitori, di accedere ai finanziamenti europei per l’innovazione e di rafforzare il dialogo tra mondo della ricerca e investitori internazionali.

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Per questo, al fine di promuovere una ricerca scientifica di eccellenza orientata alla trasformazione della conoscenza in innovazione con contributi che rappresentino una significativa opportunità per trasformare la conoscenza in innovazione capace di generare un impatto reale sulla società, si è definita un’offerta formativa dedicata a ricercatori, tecnologi, dottorandi e post-doc del programma Mnesys.

Ed è qui che entrano in gioco le masterclass, corretto?

Si. Il programma delle masterclass prevede tematiche formative riferite alla tutela della proprietà intellettuale per la brevettazione di metodi e dispositivi diagnostici e interventistici, ai metodi e sistemi di IA e di elaborazione delle immagini, dei farmaci, dei prodotti biochimici. Ma anche alle opportunità dei bandi europei sull’accesso ai finanziamenti, alla partecipazione a board ed organismi europei, alla gestione dei rischi per la sicurezza nella ricerca riguardanti “prodotti a duplice uso” per la tutela della sicurezza pubblica.

È presente, inoltre, un placement program con sessioni formative di orientamento e di accompagnamento per l’acquisizione di competenze riferite alle soft skills, dalla redazione di curricula vitae all’uso dei social, all’analisi e allo sviluppo delle opportunità di placement.

Mnesys valorizza inoltre la promozione della consapevolezza professionale e dell’autoimprenditorialità e garantisce una connessione con il mondo dell’impresa creando un ponte tra ricerca fondamentale e applicazioni industriali contribuendo alla nascita di collaborazioni con aziende e alla valorizzazione di brevetti e innovazioni, nonché visibilità ai ricercatori e ai loro progetti.

I destinatari coinvolti costituiscono una rete di oltre 800 ricercatori sia nell’ambito degli enti fondatori del programma che di quelli che si sono aggiunti successivamente attraverso il meccanismo dei bandi a cascata. Per raggiungerli adeguatamente la metodologia didattica prevede sessioni formative accessibili su piattaforma online dedicata, con una fruizione sia in modalità sincrona che asincrona.

Qual è il legame tra questo approccio e la componente del PNRR a cui il programma fa riferimento?

La ricerca fondamentale e la diffusione dei risultati e dei prodotti sono due facce della stessa medaglia. L’attività di ricerca realizzata dal ricercatore si coniuga con l’obiettivo generale del PNRR riferito non solo alla promozione in ricerca e sviluppo ma anche rispetto alla promozione dell’innovazione e al rafforzamento delle competenze favorendo la transizione verso una economia basata sulla conoscenza. Su questo può essere utile vedere schematicamente (vd tabella che segue, ndr) lo stretto ed indissolubile legame del Programma di formazione dei ricercatori in Mnesys e la Missione 4, componente 2, del PNRR.

M4C2 del PNRR Mnesys
Promuove partenariati estesi tra università, centri di ricerca e imprese È un partenariato esteso su neuroscienze e neurofarmacologia
Mira a rafforzare la ricerca applicata e il trasferimento tecnologico Sviluppa tecnologie e approcci innovativi per la medicina di precisione
Sostiene la formazione e valorizzazione dei ricercatori Offre programmi di formazione, placement e coinvolgimento attivo nei progetti
Favorisce l’innovazione e la competitività del sistema ricerca-impresa Integra ricerca di base e applicata con impatto sul sistema sanitario e industriale

Quali risultati e quali prospettive immagina per il futuro della formazione avanzata nell’ambito della ricerca scientifica?

La conoscenza del mondo del lavoro, l’accrescimento della consapevolezza dei ricercatori rispetto alle proprie aspettative professionali, l’acquisizione di competenze manageriali, imprenditoriali, di tutela giuridica e sicurezza dei prodotti della ricerca può permettere una implementazione concreta dei risultati della ricerca da parte del tessuto produttivo, capace di generare esternalità positive che si possano integrare in un più ampio piano di supporto alla valorizzazione della ricerca fondamentale.

Un ulteriore risultato atteso è rappresentato dalla prospettiva di consolidamento di Mnesys quale polo di sviluppo e innovazione che, nell’ambito dei servizi di formazione, possa mettere a disposizione di una platea più ampia di ricercatori nell’ambito delle neuroscienze un sistema di Educazione Continua in Ricerca Scientifica (ECRS).

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L’obiettivo è sviluppare programmi e iniziative di formazione permanente che aiutuno i ricercatori ad aggiornare costantemente le competenze scientifiche e metodologiche, promuovere la qualità e l’etica della ricerca, favorire l’interdisciplinarità e l’innovazione, garantire la conformità alle normative europee.

 

Foto di copertina: Polina Tankilevitch, Pexels.com





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