Confindustria presenta proposte per la Legge di Bilancio 2026: taglio cuneo fiscale, incentivi alle imprese, sostegno a investimenti e occupazione, focus su Sud e turismo.
Confindustria presenta una visione audace e orientata al rilancio economico del Paese, individuando nelle riforme fiscali lo strumento chiave per potenziare la competitività delle aziende italiane. Alla base del loro progetto, spicca la proposta di rielaborare la Legge di Bilancio 2026 con interventi calibrati su equità e sviluppo.
Uno dei punti nevralgici è la riduzione del cuneo fiscale, affinché venga incentivata l’occupazione e migliorato il potere d’acquisto delle famiglie, soprattutto per i redditi più bassi. L’obiettivo è innalzare la fiducia degli investitori, mantenendo una prospettiva di crescita sostenibile per l’intero sistema produttivo e rafforzando il dialogo costruttivo tra istituzioni e imprese.
Strumenti fiscali mirati
L’approccio delineato coinvolge un insieme di misure volte a rendere più competitiva l’economia, sfruttando al meglio gli incentivi imprese per favorire nuova occupazione e consolidare i settori strategici.
La proposta di un IRES premiale, con aliquota ridotta per chi investe in tecnologia e risorse umane, mira a “premiare” le realtà che scommettono sull’innovazione. Centrale, inoltre, la decontribuzione Sud, che estende nel tempo le agevolazioni a favore delle regioni meridionali, stimolando così un recupero strutturale delle aree più svantaggiate.
Nel quadro di questa strategia, assume rilievo il credito d’imposta per la Transizione 5.0, un’agevolazione finalizzata a spingere l’adozione di soluzioni digitali e processi produttivi più efficienti, imprescindibili per competere al meglio nel panorama globale.
Ripensare la produzione e la localizzazione
La parola d’ordine è “valore aggiunto”: molte aziende guardano con interesse al reshoring, ossia il ritorno in Italia delle attività produttive precedentemente trasferite all’estero. Il pacchetto di misure ideato prevede, infatti, una tassazione ridotta per alcuni anni a quelle imprese che scelgono di riportare in patria stabilimenti e linee produttive, vincolandole a restituire i benefici fiscali in caso di eventuale delocalizzazione fuori dall’UE.
L’industria nazionale, in tal modo, rafforza le proprie radici sul territorio, creando occupazione e preservando competenze preziose. Questo mix di interventi punta a generare un clima di fiducia che favorisca lo sviluppo organico di tutta la filiera produttiva, stimolando investimenti e collaborazione fra i diversi attori economici.
Focus sociale e nuovi mercati
Nel quadro delle politiche sociali e abitative, il Piano Casa assume un ruolo cardine, destinato a sostenere soprattutto i lavoratori in trasferta e i giovani al primo impiego, offrendo affitti accessibili e rapportati alle reali possibilità di spesa.
Parallelamente, uno dei settori che promette una rapida crescita è il settore turistico: la proposta include incentivi fiscali specifici, come la detassazione parziale delle mance e il potenziamento di trattamenti integrativi dedicati, in modo da valorizzare una risorsa fondamentale per l’economia italiana. Grazie alla convergenza di queste misure, il progetto ambisce a favorire un circolo virtuoso di crescita, innovazione e inclusione, tracciando un percorso condiviso verso un futuro più dinamico e competitivo.
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