Digitale, il sud accelera: più investimenti 4.0 nei prossimi tre anni



Dall’indagine condotta da Unióncamere in collaborazione con il Centro Studi Tagliacarne, emerge che il 35 per cento delle aziende meridionali prevede investimenti 4.0 nei prossimi tre anni.


MADRID – Il sud accelera. E si prepara a colmare il “gap” digitale. Dall’indagine cognitiva condotta da Unióncamere in collaborazione con il Centro Studi Tagliacarne, emerge che il 35 per cento delle aziende meridionali prevede investimenti 4.0 nei prossimi tre anni. La media italiana è calcolata attorno al 32,8 per cento. Un elemento curioso che si evince dal sondaggio è la differenza degli investimenti 4.0 nelle imprese femminili. Si calcola che non supereranno il 30 per cento. Quindi avranno più difficoltà a recuperare terreno sulla digitalizzazione. A pianificare i nuovi investimenti 4.0, come era prevedibile, saranno soprattutto le grandi realtà produttive (67,6%) e le imprese manifatturiere (40,6%).

L’indagine di Unióncamere e il Centro Studi Tagliacarne è stata condotta su un campione di 4.500 aziende che impiegano tra i 5 e i 499 lavoratori.

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L’obiettivo delle aziende che si apprestano a realizzare investimenti 4.0 è quello di incrementare l’efficienza interna e ridurre i costi. Ma il 27,7 per cento delle imprese non potranno raggiungere l’obiettivo se prima non preparano adeguatamente il personale interno alle esigenze delle tecnologie 4.0.

“Le imprese del nostro Paese devono recuperare un gap sul fronte dell’innovazione e del digitale. In questo quadro i segnali di recupero provengono dal Mezzogiorno e sono molto importanti e certamente di buon auspicio per il futuro – ha sottolineato il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli -. L’impegno delle Camere di commercio si concentra nel raccogliere le esigenze di innovazione delle imprese e nel fare da collegamento tra Centri di ricerca e sistemi produttivi per fornire risposte adeguate ai bisogni delle aziende.

Oltre al desiderio di aumentare l’efficienza e ridurre i costi, a muovere le aziende sono anche il miglioramento dei livelli qualitativi della produzione. A segnalarlo è stato il 21,9% delle imprese. La quota sale al 23% per quelle di piccole dimensioni.

Comunque, la transizione al digitale non si presenta facile. Il principale ostacolo è la carenza di competenze sufficienti dichiarato dal 27,7% delle imprese che faticano anche a gestire i rapporti con università o centri di ricerca. Seguono tra le principali barriere segnalate la mancanza di risorse finanziarie interne (25,9%), più avvertita in particolare dalle piccole imprese (28,2%), e i costi delle tecnologie troppo elevati (18,4%).

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Redazione Madrid (con informazioni di Askanews)



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