Da 3.873 nel 2021 a 3.512 nel 2025. Uno scarto di 361 che si traduce in chiusure di imprese del commercio al dettaglio in città. Per un segno negativo percentuale, considerati i secondi trimestri 2021-2025, del 9,3%. È quanto emerso dall’elaborazione effettuata da Confcommercio, analizzati i dati di Camera di Commercio e Infocamere su Istat, Registro Imprese e Regione Toscana. Un gap, come ha sottolineato la stessa associazione di categoria, che riguarda soprattutto le microimprese. Quelle con meno di 5 addetti infatti hanno registrato una contrazione del 12,6% in 4 anni. Al contrario, le aziende con 6-9 addetti e quelle con oltre 10 addetti si sono mantenute stabili o hanno mostrato una lieve crescita.
Stando ai dati riportati infatti le imprese del commercio al dettaglio erano 3.873 nel 2021, per poi passare anno dopo anno fino al 2025 a 3.798, 3.666, 3.597 e, infine, 3.512. Le imprese con un numero maggiore di addetti, come detto, hanno invece mostrato una certa tenuta: se nel 2021 quelle composte da 6-9 addetti erano 84 nel 2025 sono 90. E così anche quelle con più di 10 addetti.
Pieragnoli: “Le realtà più strutturate tengono, quelle familiari e di piccole dimensioni soffrono di più”
“Che il dettaglio sia in difficoltà non sorprende – ha spiegato il direttore di Confcommercio Livorno Federico Pieragnoli – , ma i numeri ci dicono anche che le realtà più strutturate tengono, mentre sono le attività familiari o di piccolissime dimensioni a soffrire di più. Non possiamo che essere preoccupati, perché la rete di negozi tradizionali è parte dell’identità economica e sociale della città. Tuttavia il commercio sta cambiando: laddove ci sono organizzazione, investimenti e nuove strategie, le imprese resistono e in alcuni casi crescono”.
Lo stesso direttore ha evidenziato poi che “dietro ogni chiusura c’è anche la possibilità di un nuovo inizio”. “Livorno – ha aggiunto – ha già superato la fase più critica della pandemia e oggi, grazie agli strumenti messi in campo da Comune, Regione e Camera di Commercio – dalla riqualificazione urbana ai contributi per digitalizzazione e innovazione – può affrontare con più forza le sfide poste dal mercato online e dalla concorrenza esterna. Ora serve attrarre nuove imprese, dinamiche e integrate con il turismo e la vita culturale, per rendere più vivo e competitivo il centro città”.
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