Blue economy e ricerca: il Marocco entra da protagonista nel programma PRIMA


L’Unione europea e il Regno del Marocco hanno raggiunto un’intesa strategica che rafforza il fronte della cooperazione scientifica nell’area mediterranea. L’8 settembre, a Bruxelles, sono stati conclusi con successo i negoziati che sanciscono la partecipazione estesa di Rabat al programma PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area) per il triennio 2025-2027.

L’accordo è stato siglato da Ahmed Reda Chami, ambasciatore del Regno del Marocco presso l’UE, e da Nienke Buisman, capo dell’Unità per la cooperazione internazionale della Direzione generale Ricerca e innovazione della Commissione europea. Si tratta di un tassello rilevante nella costruzione di un Mediterraneo più integrato sotto il profilo dell’innovazione, con ricadute attese soprattutto in termini di blue economy, sostenibilità e sviluppo territoriale.

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Le ricadute economiche e scientifiche
Il partenariato PRIMA, al quale partecipano già diversi Paesi europei e mediterranei, finanzia progetti di ricerca su alcune delle sfide più urgenti per la regione: gestione sostenibile delle risorse idriche, sicurezza alimentare, resilienza climatica e innovazione nei sistemi agricoli e marittimi. Con l’ingresso a pieno titolo, università, istituti di istruzione superiore, centri di ricerca, fondazioni e imprese marocchine potranno competere e collaborare in tutti i bandi previsti dal programma.

Il contributo economico del Regno non è marginale: 6,6 milioni di euro messi a disposizione tra il 2025 e il 2027, a fronte del cofinanziamento della Commissione europea. Una cifra che, oltre al valore finanziario, rappresenta un segnale politico forte: il Marocco intende posizionarsi come hub di innovazione nel Mediterraneo, puntando a rafforzare il proprio ruolo nelle catene del valore legate alla ricerca applicata, alla gestione delle risorse marine e alla trasformazione digitale della blue economy.

Un asse strategico per la stabilità regionale
Secondo Bruxelles e Rabat, la partnership non ha soltanto un valore scientifico, ma anche geopolitico. La collaborazione in ricerca e innovazione viene letta come un motore di stabilità regionale e prosperità condivisa. Non a caso, la Commissione sottolinea come il programma PRIMA, nato nel 2018, sia oggi uno dei principali strumenti per consolidare legami economici e scientifici tra Europa e Mediterraneo meridionale.

L’inclusione del Marocco per il triennio 2025-2027 si inserisce in un contesto di crescente interesse per le politiche della blue economy, settore che, secondo le stime della Commissione europea, potrebbe superare i 600 miliardi di euro di valore aggiunto lordo entro il 2030. La partecipazione marocchina potrebbe aprire nuove sinergie industriali e accademiche, favorendo investimenti congiunti in tecnologie marittime, energie rinnovabili offshore, biotecnologie e gestione sostenibile delle coste.

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In definitiva, l’intesa rappresenta non solo un investimento in ricerca e innovazione, ma anche un segnale di avvicinamento strategico tra UE e Marocco, con prospettive di impatto tangibile sull’economia reale delle due sponde del Mediterraneo.



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