Transizione 5.0 verso la scadenza. Ancora il 70% di risorse disponibili


In scadenza il 31 dicembre 2025 il Piano Transizione 5.0. I dati certificano il flop della misura pensata per le imprese: utilizzato solo il 30 per cento delle risorse stanziate, restano disponibili quasi 4,5 miliardi

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Transizione 5.0 verso la volata finale, in vista della scadenza fissata al 31 dicembre 2025.

Questo il termine per il completamento dei progetti di investimento da parte delle imprese, ai fini della fruizione del credito d’imposta introdotto per favorire la transizione digitale ed energetica.

Partito in via ufficiale ad agosto dello scorso anno, il Piano Transizione 5.0 resta una delle agevolazioni meno apprezzate dalle imprese. Il contatore del GSE, il Gestore dei Servizi Energetici, conta ad oggi solo 1,6 miliardi circa di risorse prenotate, a fronte dello stanziamento complessivo di 6,3 miliardi.

Transizione 5.0, scadenza il 31 dicembre per completare i progetti di investimento

Nato con il fine di favorire la transizione digitale ed energetica delle imprese, il Piano Transizione 5.0 arriverà a scadenza il 31 dicembre 2025, data ultima messa ad oggi nero su bianco per l’ultimazione dei progetti di investimento.

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Nel perimetro del credito d’imposta rientrano i progetti di innovazione avviati dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2025, relativi ai nuovi acquisti di beni materiali e immateriali strumentali nuovi, inclusi negli allegati A e B della Legge n. 232/2016, compresi i beni finalizzati all’autoproduzione di energia rinnovabile per l’autoconsumo così come le attività di formazioni funzionali alla transizione.

Conseguire una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva pari almeno al 3 per cento (o 5 per cento considerando l’intero processo interessato dall’investimento) è uno dei requisiti fondamentali da rispettare. Il risultato conseguito in termini di riduzione dei consumi condiziona anche il calcolo del credito d’imposta, che per i progetti più incisivi può arrivare fino al 45 per cento delle spese.

Quote di investimento Riduzione dei consumi energetici Credito d’imposta
Fino a 10 milioni di euro Struttura produttiva: 3-6% – Processo: 5-10% 35%
Struttura produttiva: 6-10% – Processo: 10-15% 40%
Struttura produttiva: oltre 10% – Processo: oltre 15% 45%
Oltre 10 milioni e fino al limite max di 50 milioni Struttura produttiva: 3-6% – Processo: 5-10% 5%
Struttura produttiva: 6-10% – Processo: 10-15% 10%
Struttura produttiva: oltre 10% – Processo: oltre 15% 15%

Le modalità di calcolo dei risparmi conseguiti, unite a procedure complessi e ritardi operativi, hanno però compromesso il successo dell’iniziativa, presentata come “chiave di volta” per la sostenibilità e la competitività delle imprese italiane.

Non si tratta di un problema nuovo, ma di una situazione sulla quale è bene tornare a puntare l’attenzione: Transizione 5.0 è stato un flop, certificato dai dati aggiornati in tempo reale dal GSE. La conta delle risorse prenotate ed effettivamente utilizzate dalle imprese procedere al rallentatore.

Ancora oltre 4 miliardi a disposizione, Transizione 5.0 al palo

Alla data di oggi, 8 agosto 2025, risultano disponibili 4,3 miliardi di euro, a fronte di uno stanziamento complessivo di 6,2 miliardi circa.

Nel dettaglio, ammontano a 1,6 miliardi le risorse prenotate relative a progetti avviati e non ancora completati. Quelle effettivamente utilizzate non arrivano a 300 milioni e, in particolare, si tratta solo di 260 milioni di euro circa.

I dati messi a disposizione dal GSE, pensati per fornire alle imprese una bussola in tempo reale delle opportunità disponibili, si trasformano nello specchio di una misura che non è azzardato definire un fallimento. Una circostanza già emersa alla fine dello scorso anno e che ha portato alla definizione di alcune semplificazioni approdate in Legge di Bilancio.

Mentre è partito l’ultimo trimestre utile per l’accesso alle agevolazioni, è evidente che le soluzioni adottate dal Governo sono state tutt’altro che risolutive.

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Che fine ha fatto la rimodulazione dei fondi per le imprese? Solo annunci, per ora

A fronte di uno sblocco che non è arrivato, e con il fine di rendere accessibili alle imprese i fondi stanziati a proprio favore nell’ambito del PNRR, già all’inizio del 2025 il Governo aveva palesato l’intento di interventi specifici.

Non misure per tentare un nuovo rilancio di Transizione 5,0, ma una rimodulazione complessiva delle risorse a disposizione delle imprese, con il dirottamento dei fondi verso incentivi dall’accesso più semplice.

Stando alle dichiarazioni rese dal Ministro per gli Affari Europei, il PNRR e le politiche di Coesione, Tommaso Foti, nel corso della rassegna Futura Expo tenutasi a Brescia nel mese di marzo, per 3 dei 6 miliardi previsti era atteso un dirottamento verso altre agevolazioni, sempre finalizzate all’innovazione e alla digitalizzazione.

Di passi concreti però non ce ne sono stati e, almeno al momento, è incognita su come il Governo utilizzerà il tesoretto che rimarrà inutilizzato, considerando in primis il vincolo di effettivo utilizzo delle risorse previste dal PNRR entro la fine del prossimo anno. Dalla Legge di Bilancio 2026 si attendono possibili novità, ma il cantiere resta aperto.



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