Polizza catastrofi, ultima chiamata: 1° ottobre 2025 per le medie imprese


La tutela contro i danni causati da eventi naturali estremi entra in una nuova fase. Con la legge di Bilancio 2024 e il decreto attuativo del 30 gennaio 2025, il legislatore ha introdotto l’obbligo per le imprese di stipulare una polizza catastrofali, un passaggio che segna un cambiamento importante nel sistema di prevenzione e gestione delle emergenze.

La misura coinvolge un’ampia platea di realtà produttive, fissando scadenze precise e prevedendo conseguenze indirette per chi non si adegua. E si avvicina la scadenza del 1° ottobre per le medie imprese.

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Il quadro normativo per la polizza catastrofali

La legge n. 213 del 2023, nei commi 101-111 , ha posto le basi dell’obbligo assicurativo contro le catastrofi naturali.

Successivamente, il decreto ministeriale n. 18 del 30 gennaio 2025 – firmato dal Ministro dell’economia e delle finanze e dal Ministro delle imprese e del made in Italy – ne ha definito in concreto i contenuti. Il provvedimento è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 27 febbraio 2025, sancendo ufficialmente l’avvio delle nuove regole.

Il perno della normativa è semplice: ogni impresa, salvo specifiche eccezioni, deve essere coperta da una polizza che protegga contro i danni derivanti da calamità naturali o eventi catastrofici.

Chi è obbligato a stipulare la polizza

Il testo chiarisce che l’obbligo di polizza catastrofale riguarda tutte le imprese con sede legale in Italia. La regola si estende anche a quelle realtà con sede all’estero ma con una stabile organizzazione nel territorio italiano, purché siano iscritte al Registro delle imprese, come previsto dall’articolo 2188 del codice civile.

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Secondo la relazione illustrativa del decreto ministeriale, non si tratta di una distinzione settoriale: qualsiasi impresa, indipendentemente dalla sezione in cui è registrata e dalla finalità dell’iscrizione, rientra nell’obbligo.

Vale quindi per realtà industriali, commerciali, artigiane e di servizi, in base alle normative vigenti e alle eventuali disposizioni speciali o regolamentari.

Le imprese escluse

Unica eccezione importante è rappresentata dalle imprese agricole, disciplinate dall’articolo 2135 del codice civile. Per queste attività rimane operativo il Fondo mutualistico nazionale per i danni catastrofali meteoclimatici, istituito dalla legge n. 234 del 2021.

In questo caso, dunque, la copertura non dipende da un’assicurazione privata ma da un meccanismo pubblico di solidarietà.

Conseguenze per chi non si assicura

La legge non prevede multe o sanzioni dirette per chi non sottoscrive la polizza catastrofali. Tuttavia, le conseguenze sono di natura economica e possono risultare pesanti. Le imprese prive di copertura non potranno infatti accedere a contributi, sovvenzioni o agevolazioni pubbliche.

In particolare, il comma 102, della legge di Bilancio 2024 stabilisce che la mancanza della polizza sarà valutata negativamente nell’assegnazione di incentivi. Questo criterio si applicherà anche quando lo Stato o le Regioni erogheranno aiuti a seguito di calamità naturali: chi non si è tutelato in anticipo rischia di restare escluso da tali misure.

Polizza catastrofi: scadenze differenziate per tipologia di impresa

Il legislatore ha stabilito un calendario scaglionato per consentire alle imprese di adeguarsi:

  • grandi imprese – l’obbligo è entrato in vigore il 31 marzo 2025.

    Per i primi tre mesi, fino al 30 giugno 2025, il mancato rispetto non ha avuto effetti sull’accesso alle agevolazioni, configurandosi come periodo transitorio;

  • medie imprese – il termine fissato è il 1° ottobre 2025. La definizione di “media impresa” segue i criteri stabiliti dalla raccomandazione europea 2003/361/CE;
  • piccole e microimprese – hanno tempo fino al 31 dicembre 2025 per sottoscrivere la polizza. La stessa scadenza riguarda anche le imprese che operano nei settori della pesca e dell’acquacoltura.

Questa gradualità mira a tenere conto delle diverse dimensioni aziendali e delle difficoltà economiche che le imprese più piccole potrebbero incontrare nell’affrontare un nuovo costo obbligatorio.

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Le definizioni di piccola e media impresa

In merito alle definizioni, ai sensi dell’art. 2 della richiamata raccomandazione UE, la categoria delle microimprese delle piccole imprese e delle medie imprese (PMI) è costituita da imprese che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di EUR oppure il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di EUR.

Nella categoria delle PMI si definisce piccola impresa un’impresa che occupa meno di 50 persone e realizza un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiori a 10 milioni di EUR. Nella categoria delle PMI si definisce microimpresa un’impresa che occupa meno di 10 persone e realizza un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiori a 2 milioni di EUR.

Perché la polizza catastrofali è importante

Il nuovo obbligo risponde alla crescente frequenza e intensità di fenomeni naturali dannosi, come alluvioni, terremoti e eventi meteorologici estremi. L’obiettivo è rafforzare la resilienza del sistema produttivo nazionale, evitando che le conseguenze economiche di una calamità ricadano interamente sullo Stato o sulle comunità locali.

Con una polizza catastrofali, le imprese possono contare su un sostegno immediato in caso di disastri, riducendo i tempi di ripartenza e proteggendo posti di lavoro e investimenti. Allo stesso tempo, lo Stato può concentrare le proprie risorse sugli interventi di emergenza e non su risarcimenti generalizzati.

Riassumendo

  • La legge di Bilancio 2024 ha introdotto l’obbligo di polizza catastrofali.
  • Obbligo per tutte le imprese iscritte al Registro, escluse quelle agricole.
  • Senza polizza, niente accesso a incentivi, sovvenzioni e agevolazioni pubbliche.
  • Grandi imprese già obbligate dal 31 marzo 2025, con periodo transitorio fino giugno.
  • Medie imprese devono adeguarsi entro il 1° ottobre 2025.
  • Piccole, micro e pesca hanno tempo fino al 31 dicembre 2025.



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