Nuove imprese e studi professionali, incentivi legati alla formazione


Da 60 a 200 ore di corsi per accedere ai contributi di “Resto al Sud 2.0” e “Autoimpiego Centro Nord”. In campo 800 milioni di euro per giovani under 35: premi a chi segue percorsi formativi e tutoraggio personalizzato

ROMA – La nuova stagione degli incentivi per il lavoro autonomo e le attività professionali si aprirà con un passaggio obbligato: la formazione. Per accedere ai fondi del programma “Resto al Sud 2.0” e della misura “Autoimpiego Centro Nord”, sarà necessario seguire percorsi da 60 fino a 200 ore, pensati per orientare i giovani nella scelta dell’attività e nella costruzione di un business plan solido.

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Il pacchetto complessivo vale 800 milioni di euro, di cui 356,4 destinati al Mezzogiorno e 219,6 al Centro-Nord. I destinatari sono i giovani tra i 18 e i 35 anni, disoccupati o con redditi minimi, che vogliono avviare un’attività professionale o imprenditoriale, sia in forma individuale che societaria.

Tre le tipologie di contributo previste: voucher da 30mila euro (aumentabili a 40mila per spese tecnologiche), finanziamenti per programmi fino a 120mila euro con copertura pubblica del 65%, e investimenti più complessi fino a 200mila euro, di cui 78mila a fondo perduto. Non si tratterà di un “click day”: le domande saranno valutate da Invitalia, che seguirà anche l’istruttoria e il monitoraggio.

Il Ministero del Lavoro, insieme ad Invitalia, all’Ente nazionale per il microcredito e a Sviluppo Lavoro Italia, sta definendo tempi e modalità operative. Una parte delle risorse – circa 100 milioni provenienti dal Pnrr – dovrà essere utilizzata entro giugno 2026, imponendo un’accelerazione nelle procedure.

La precedente edizione di “Resto al Sud” aveva registrato risultati significativi sul fronte imprenditoriale (20mila progetti avviati per oltre 1,3 miliardi di investimenti), ma un impatto molto limitato tra i professionisti, con appena 600 progetti finanziati. Per questo la nuova formula punta a rafforzare l’accompagnamento dei beneficiari, combinando formazione, tutoraggio e supporto nella fase di start-up.

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«Il nostro obiettivo – spiega il presidente dell’Ente nazionale per il microcredito, Mario Baccini – non è solo facilitare l’accesso al credito, ma accompagnare i giovani verso l’autoimpiego e l’imprenditorialità, fornendo competenze reali per affrontare il mercato». La formazione non sarà obbligatoria, ma garantirà punteggi aggiuntivi nelle graduatorie, premiando chi deciderà di seguire i corsi.


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