l’eliminazione delle esenzioni in dogana manda in tilt le piccole imprese americane « LMF Lamiafinanza


Dal caos alle dogane all’incertezza dei piccoli commercianti: il nuovo corso doganale sotto accusa

Dal 29 agosto 2025, il sistema doganale statunitense ha subito una svolta radicale: la lunga esenzione “de minimis”, che permetteva l’ingresso in regime duty-free di pacchi di valore inferiore a 800 $, è stata abolita. Il risultato? Una crisi logistica che sta mettendo in ginocchio le piccole aziende americane che dipendono dalle importazioni in piccoli lotti. E non manca la reazione infuocata della stampa a stelle e strisce.

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“Soldi in ostaggio”: l’emergenza delle boutique indipendenti

Business Insider fa un esempio per tutti: chi importa capi di abbigliamento premium stagionali dall’Europa affronta una situazione paragonabile a un “ostaggio” affidato alle dogane: pacchi di valore inferiore a 800 $ ora sono soggetti a dazi impossibili da prevedere, differenziati a seconda del materiale o della provenienza, oltre alle tariffe già introdotte sulle merci UE.

Un esempio concreto: l’ultimo ordine da un fornitore europeo, del valore di 660 $, ha visto costi di spedizione saliti da circa 90 $ a 150 $, più un dazio di 251 $ – ovvero quasi il 38% del valore dell’ordine.

Il fronte degli operatori postali mondiali: traffico quasi azzerato

Secondo dati dell’Unione Postale Universale (UPU), il traffico postale globale verso gli Stati Uniti è crollato di circa l’81 % il 29 agosto, rispetto alla settimana precedente. Decine di servizi postali nazionali tra cui quelli di Germania, Francia, Messico hanno sospeso temporaneamente le spedizioni verso gli Stati Uniti, incapaci di gestire i nuovi obblighi di riscossione doganale e restituzione

Opinioni dalla stampa americana: tra allarmi e numeri solidi

Secondo il Guardian, la paura è eccessiva

Un articolo dell’Guardian sostiene che l’allarme sia sproporzionato: circa il 70 % delle piccole imprese USA è operativa nel settore dei servizi e non importa merce, dunque non sarebbe toccata direttamente dalla fine dell’esenzione. Inoltre, fattori macroeconomici come inflazione stabile (2,7 %), valore netto delle famiglie ai massimi storici e un mercato del lavoro ancora robusto lasciano spazio a una certa resilienza dell’economia.

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Il Washington Post evidenzia i ritardi e i costi in aumento

Sul Washington Post si sottolinea come dal 29 agosto i pacchi sotto i 800 $ affrontino dazi tra 10 % e 50 %, o una tariffa fissa da 80 a 200 $ a spedizione. Il cambio repentino ha causato ritardi, blocchi nelle consegne e interruzioni nei servizi, a causa dell’inadeguata preparazione dei vettori e delle poste internazionali.

Wired racconta i “sorprendenti vincitori”

Secondo Wired, mentre piccoli venditori affrontano rincari e incertezze, i giganti dell’e-commerce cinese come Shein e Temu si adattano più in fretta, ricorrendo a strategie come l’acquisto di scorte in blocco e lo stoccaggio in magazzini statunitensi. Questo consente loro di assorbire parte dei costi e mantenere la presenza sul mercato.

Un’opinione forte dall’Houston Chronicle: “colpo al piccolo imprenditore”

Sul Houston Chronicle, l’analista Regina Lankenau attacca la decisione come profondamente ingiusta nei confronti dei piccoli venditori che rischiano di dover aumentare i prezzi o ridurre la qualità, mentre le grandi aziende riescono a navigare meglio questa tempesta. L’articolo invita a sostenere creatività e spirito imprenditoriale invece di soffocarli.

Dazi, taglio dei costi, ma quali effetti sull’economia reale?

Persino analisti di Business Insider anticipano che l’aumento dei costi si tradurrà in prezzi più elevati e meno consumi. La fine dell’esenzione ha innescato un’impennata della domanda di finanziamenti di emergenza da parte delle piccole imprese, che costituiscono metà della forza lavoro americana e contribuiscono per oltre il 40 % al PIL. Un impatto negativo su queste realtà si riverbererà sull’intera economia.

Secondo Jacob Bennett di Crux Analytics: «Il vero problema non è il cambiamento in sé, ma la mancanza di gradualità in tempi e modalità per introdurlo». E Martin Balaam di Pimberly osserva che, sebbene le imprese si adatteranno, i prezzi tenderanno a restare elevati. Alcune soluzioni creative – come le spedizioni in blocco seguite da ridistribuzione interna – potrebbero diventare la norma.

L’abolizione della de minimis rappresenta un cambio epocale nel commercio di piccolo valore. Se da un lato cerca di rafforzare la sicurezza e riequilibrare le condizioni per i produttori americani, dall’altro rischia di strangolare le piccole imprese, di generare caos logistico e di vedere rimbalzi al consumo. La reazione dei media americani riflette questa ambivalenza: tra economia reale resistente, ma non impermeabile, e falangi di imprenditori minacciati dal nuovo corso.



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