Nel 2025, anno internazionale della scienza e della tecnologia quantistica, l’Italia mette nero su bianco la propria visione: far crescere un ecosistema capace di tradurre ricerca e prototipi in applicazioni industriali, rafforzando insieme competitività, sovranità tecnologica e sicurezza nazionale.
La nuova strategia nazionale per le tecnologie quantistiche nasce all’incrocio tra grandi sfide geopolitiche e il rinnovato attivismo europeo (le iniziative su comunicazioni e supercalcolo, fino alla recente strategia UE e alla proposta di un Quantum Act), ed è stata pensata per allineare programmi e investimenti paneuropei.
(Foto di Pexels da Pixabay)
I PILASTRI QUANTISTICI
Il documento parte da un dato: il Paese dispone di competenze diffuse in tutti i pilastri quantistici — calcolo, simulazione, comunicazione, sensoristica e scienza di base — con maturità tecnologica più avanzata nella comunicazione e nel sensing, mentre il calcolo e la simulazione scontano un maggiore fabbisogno di infrastrutture. Dal 2021 al 2024 il Ministero dell’Università e della Ricerca ha investito 228,9 milioni di euro, un primo passo che però resta inferiore agli sforzi dei principali competitor. Il PNRR ha fatto da acceleratore, con iniziative come il National Quantum Science and Technology Institute, il Centro nazionale HPC-Big Data-Quantum e nuove infrastrutture nella fotonica.
UN SETTORE EMERGENTE
La fotografia industriale racconta un settore emergente: poche startup rispetto a Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania, capitale privato ancora limitato, e l’esigenza di superare frammentazione e tempi lunghi di accesso a laboratori e banchi prova. La strategia indica una rotta chiara. Servono laboratori e banchi di prova nazionali più accessibili alle imprese, reti pubblico-private che avvicinino ricerca applicata e trasferimento tecnologico, programmi formativi e dottorati industriali per una forza lavoro specializzata.
LAVORARE INSIEME
Sul fronte del mercato, l’obiettivo è favorire la nascita e lo scale-up (crescita accelerata e sostenibile) di startup deep-tech e mobilitare capitali, anche attraverso fondi growth, per evitare la fuga di aziende. Nei prossimi anni la transizione dalla fase NISQ (Noisy intermediate scale quantum) verso l’elaborazione tollerante agli errori richiederà co-progettazione dell’intero sistema tecnologico, dai materiali alla criogenia, dall’elettronica di controllo al software di collegamento e agli strumenti informatici, con integrazione ai supercomputer tradizionali.
STANDARDIZZAZIONE
Standard e misurazioni diventano l’altra gamba della politica industriale. La partecipazione ai lavori europei di standardizzazione (CEN/CENELEC JTC22) e alle reti di test e validazione (Qu-Test, Qu-Pilot) è presentata come condizione per dare fiducia al mercato e garantire interoperabilità e sicurezza. Il benchmarking, dalla componente al sistema fino alle applicazioni, è il linguaggio comune che può orientare scelte d’investimento e politiche pubbliche.
Non è dunque un percorso solitario. La strategia è frutto di un lavoro congiunto tra ministeri, agenzie, comunità scientifica e industriale, passato attraverso consultazioni con imprese e stakeholder.
INTERNAZIONALIZZAZIONE
L’internazionalizzazione resta un asse portante: partecipare attivamente ai programmi UE, promuovere gli ecosistemi nazionali all’estero, attrarre talenti e capitali e, allo stesso tempo, proteggere le tecnologie critiche più esposte a trasferimenti indesiderati. L’ambizione è colmare il divario con i Paesi più avanzati e costruire nuove filiere e occupazione qualificata, mettendo a valore un patrimonio scientifico riconosciuto. La scommessa è tutta nel ritmo di attuazione: visione, investimenti mirati e una governance stabile possono trasformare la seconda rivoluzione quantistica in un vantaggio competitivo duraturo per il Sistema Paese.
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