Risultano pressoché stabili i rapporti tra le imprese modenesi e il sistema creditizio: il 93% delle imprese manifatturiere riesce ad adempiere ai suoi impegni con le banche, percentuale che sale al 97% nel commercio. Questi i primi risultati del focus sul credito elaborato dal Centro Studi e Statistica della Camera di Commercio di Modena esaminando i dati dell’indagine Congiunturale di Unioncamere Emilia-Romagna.
In particolare, il fabbisogno di credito è aumentato solamente nel 17% delle imprese industriali, per un decimo di esse è diminuito ed è rimasto stabile nel 72% dei casi. Grazie a questa tendenza, sono appena più di un terzo le imprese che hanno fatto richiesta di crediti garantiti dallo Stato, e alla maggior parte di esse il credito è stato concesso in toto. Quasi la metà non ha fatto richiesta poiché non necessaria.
Nel commercio è maggiore la quota di imprese che dichiara il fabbisogno di credito in crescita (28%), mentre per i due terzi di esse la necessità di credito rimane stabile, nonostante ciò, risulta molto maggiore rispetto all’industria la quota di imprese che non ha fatto richiesta di crediti garantiti dallo Stato poiché non era ritenuta necessaria, arrivando al 68%. Solamente il 10% ha sfruttato questa opportunità e la maggior parte delle richieste è ancora in valutazione.
Esaminando i vari aspetti del rapporto creditizio, si percepiscono alcuni miglioramenti dichiarati dalle imprese, soprattutto riguardo i tassi applicati ai finanziamenti, che sono in diminuzione da diverso tempo a livello europeo; tuttavia, vi sono altri aspetti meno graditi alle aziende.
L’industria pare che abbia buoni rapporti con il sistema creditizio, risultano infatti adeguati per più del 70% delle imprese la tipologia di strumenti di credito offerti (79%), la quantità di credito disponibile (78%) e i tempi di accettazione delle richieste (72%). Si rilevano invece valori inferiori per le garanzie richieste (59%), in calo rispetto all’anno precedente, simile il gradimento per il tasso applicato e il costo complessivo del finanziamento, entrambi positivi per il 58% delle imprese e in miglioramento rispetto al 2024.
Per ciò che riguarda il commercio, risulta adeguata la quantità di credito disponibile per il 75% delle imprese, buona anche la quota di chi ritiene adatta la tipologia di strumenti offerta dalle banche (59%) e proporzionato il tasso applicato (58%), vi è qualche difficoltà per ciò che riguarda i tempi di accettazione (51%) e per la quantità di garanzie richieste (52%), mentre è ritenuto eccessivo il costo complessivo del credito per il 62 del totale. Da notare che nella rilevazione del 2024 la tipologia degli strumenti offerti e i tempi di accettazione delle richieste erano positivi per più del 70% degli intervistati, mentre il tasso applicato era adeguato solamente in minima parte (37%).
Rimangono tuttavia alcune criticità nei rapporti tra imprese e sistema creditizio, come l’aumento di costi e commissioni, rilevante per il 34% delle imprese manifatturiere e per il 43% di quelle del commercio, si abbassa al 20% la quota delle imprese che ritengono eccessivi i tassi per l’industria e rimane costante al 7% nel commercio. L’industria inoltre lamenta una riduzione della quantità di credito per il 15%, mentre il commercio presenta criticità per “altri motivi” (15%). Scende infine al 45% la soglia delle aziende dell’industria che non segnalano alcuna criticità , con valori ancor più bassi per il commercio (38%).
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