Il presidente Usa ha firmato il nuovo decreto sulle «tariffe reciproche», ma non si indicano date precise per l’applicazione. La frustrazione della Casa Bianca per la multa Ue a Google e l’ipotesi dazi zero ancora sul tavolo
Quali sono le tariffe reciproche e che cosa ha appena firmato Trump?
Il presidente Usa ha appena firmato un ordine esecutivo che accende speranze ma lascia aperte molte incognite: si tratta del nuovo decreto sulle cosiddette «tariffe reciproche». È l’atto che l’Europa accoglie come l’avvio concreto della riduzione al 15% dei dazi Usa sulle auto e sui componenti, in cambio delle tariffe a zero per i beni industriali americani. La Commissione esprime quindi la soddisfazione di rito e il commissario Ue al Commercio Maros Sefcovic parla di «un passo cruciale» in tal senso.
Quali sono le tempistiche delle tariffe?
Nell’ordine esecutivo non si indicano date precise per l’applicazione delle nuove tariffe. E Bruxelles chiede a Washington di «attuare rapidamente le riduzioni tariffarie concordate». Sullo sfondo restano le tensioni delle ultime ore con la Ue dopo la maxi multa Antitrust a Google. E il quadro di apparente confusione si completa con il pesante effetto dei nuovi dazi americani, che ha già congelato il microcommercio verso gli Usa: l’Onu ha segnalato infatti un crollo di oltre l’80% dei piccoli pacchi diretti negli States.
Sono scese le tariffe sull’auto?
Sì, dal 27,5% al 15%. Nelle relazioni transatlantiche la firma dell’ordine di Trump è il primo atto concreto dopo il vertice Trump-von der Leyen in Scozia e la successiva dichiarazione congiunta del 28 agosto che ha inquadrato formalmente le intese politiche al golf club di Turnberry. «Apre la strada a una riduzione delle tariffe sulle auto al 15% e garantisce importanti esenzioni», ha sottolineato Sefcovic.
Che cosa significa «salvo rare circostanze»?
Nel documento, però, Trump ha precisato che «salvo rare circostanze» non restringerà il campo della tariffa reciproca prima di un «accordo definitivo» su commercio e sicurezza. Tradotto: nessuna garanzia sul calendario. L’atto della Casa Bianca prevede comunque efficacia retroattiva, visto che parla dell’eventuale «rimborso di dazi riscossi». Ma resta tutta l’incertezza sulle regole che varranno nei prossimi mesi, parmigiano compreso.
E’ possibile ancora la strada dei dazi zero?
Sì, ancora possibile. Il tycoon rivendica poi la facoltà di abbassare i dazi fino allo zero, a seconda «della portata e del valore economico degli impegni del partner commerciale», citando l’emergenza nazionale dichiarata nel «Liberation Day». Un ventaglio di condizioni che rafforza la leva negoziale di Washington. Per Bruxelles, comunque, la cornice resta più favorevole
rispetto ad altri partner: «Alle condizioni date, l’Europa ha ottenuto uno dei migliori risultati possibili», ha osservato da Cernobbio il vicepresidente esecutivo Raffaele Fitto, pur ammettendo che «avremmo preferito non avere dazi». Ancora più netto il ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Mettere
l’America contro l’Europa e l’Europa contro l’America è un errore enorme. Siamo due facce della stessa medaglia, dobbiamo lavorare insieme».
La stretta tariffaria è già in vigore?
Sul fronte pratico la stretta tariffaria ha già colpito. Dal 29 agosto è effettiva l’abolizione delle esenzioni sui pacchi di valore inferiore a 800 dollari in ingresso negli Usa, un provvedimento pensato inizialmente per frenare
piattaforme come Shein e Temu ma poi esteso a tutti i Paesi. Secondo l’Unione Postale Universale, agenzia Onu, il traffico verso gli Stati Uniti è così crollato in pochi giorni dell’81% e già 88 operatori internazionali hanno sospeso del tutto o in parte i servizi dopo una misura scattata con scarso preavviso, che ha spiazzato anche i grandi player europei e gettato ulteriore ombra su rapporti commerciali sempre più complicati.
7 settembre 2025 ( modifica il 7 settembre 2025 | 13:30)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link