“Un progetto dannoso, preferiamo soluzioni condivise per il territorio”


LIZZANO – È uno al progetto ma non alla transizione ecologica. È questa la sintesi con la quale il Partito Democratico di Lizzano interviene al Taranto Today contro il progetto di un mega parco eolico che prevede l’installazione di 14 aerogeneratori nei comuni di Lizzano, Taranto e Torricella. Il progetto, proposto dalla società Santa Chiara Energia s.r.l., rischierebbe di trasformare il territorio agricolo e turistico di pregio in un cantiere energetico a cielo aperto. Un intervento che, secondo il circolo PD Nilde Lotti Lizzano, comprometterebbe irrimediabilmente il paesaggio e l’economia locale, sottraendo ampie aree di suolo agricolo e distruggendo vigneti e uliveti secolari.

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La posizione del PD arriva dopo il dossier presentato da Attiva Lizzano e pubblicato sul Taranto Today, che ha sollevato diverse criticità ambientali, sociali e procedurali. Il documento dell’associazione, infatti, ha denunciato la sproporzione nella distribuzione degli impianti, con sei turbine a Lizzano, altrettante nell’isola amministrativa di Taranto e due a Torricella, nonostante Taranto abbia una superficie cinque volte più grande. La provincia di Taranto potrebbe arrivare a ospitare 55 turbine, di cui 23 alte 150 metri solo a Lizzano. Inoltre, il parco eolico produrrebbe rumori fino a 106,9 decibel, pari a quelli di una discoteca, compromettendo la qualità della vita e l’attività turistica locale.

Antonio Lecce, responsabile del PD di Lizzano, ha espresso la contrarietà al progetto, sottolineando come non si tratti di un rifiuto alla transizione ecologica, ma a un modello di sviluppo che rischia di danneggiare il territorio senza coinvolgere le comunità locali. “Non possiamo accettare che il nostro territorio venga trasformato in un cantiere energetico senza alcun beneficio per la nostra gente”, ha dichiarato Lecce, ribadendo come i dem si oppongano a questo tipo di impianti imposti dall’alto.

Lecce ha inoltre posto l’accento sulla mancanza di una strategia energetica dal basso, che coinvolga direttamente le imprese locali e le amministrazioni. “La transizione energetica non può essere subita, deve essere guidata dalle realtà locali. Se non agiamo ora, saremo costretti a subire impianti come questo, senza che il nostro territorio possa trarne vantaggio”, ha continuato il responsabile del PD, che propone come alternativa la creazione di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), modelli che vedano le imprese e i cittadini coinvolti direttamente nella produzione e nel consumo di energia, creando al contempo occupazione e innovazione.

“Se non mettiamo in campo una strategia alternativa, rischiamo di diventare solo una pedina in un gioco più grande, dove a guadagnare sono solo le grandi società”, ha aggiunto Lecce. Il Partito Democratico sostiene che la transizione energetica debba avvenire in modo sostenibile, rispettando il territorio e le tradizioni agricole che lo caratterizzano, e non impattando negativamente sulle comunità locali.

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La preoccupazione principale del PD riguarda anche le ripercussioni sul paesaggio, che rischia di essere irreparabilmente alterato. “Il nostro territorio ha già dato tanto in passato, dalle discariche di rifiuti alle grandi opere calate dall’alto. Non possiamo permettere che venga ancora una volta sacrificato per interessi che non hanno nulla a che fare con il nostro futuro”, ha concluso Lecce, esprimendo una preoccupazione condivisa anche da Attiva Lizzano.

Inoltre, Lecce sottolinea che il modello proposto dal PD, basato su una gestione dal basso e partecipativa, è l’unico in grado di coniugare le esigenze di sviluppo sostenibile con la tutela delle risorse naturali. “Dobbiamo riuscire a guidare la transizione ecologica, affinché diventi un’opportunità per i nostri paesi, non una condanna”, ha dichiarato Lecce, che ribadisce come Lizzano possa essere protagonista di un modello di sviluppo sostenibile che ponga al centro le comunità locali e non solo le grandi multinazionali del settore energetico.

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