Quanto si paga per inviare un piccolo pacco in Usa con l’entrata in vigore dei dazi? Calcoli ed esempi pratici


Il recente cambiamento delle regole doganali statunitensi ha rivoluzionato il settore delle spedizioni internazionali, interessando in modo particolare chi desidera spedire piccoli pacchi negli Stati Uniti. Dal 29 agosto 2025 è stato abolito lo storico regime di esenzione dai dazi per le spedizioni di valore inferiore a 800 dollari, trasformando scenari e costi per mittenti e destinatari.

Le nuove disposizioni coinvolgono privati, imprese e marketplace internazionali, generando incertezze operative e determinando la sospensione di molti servizi postali verso gli USA. L’impatto si riflette sia sull’aumento delle tariffe sia su maggiori controlli doganali, introducendo nuovi passaggi burocratici e oneri economici per spedizioni prima considerate di ordinaria amministrazione.

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Cosa ha cambiato la normativa americana sui piccoli pacchi: la fine dell’esenzione e le nuove regole

Per decenni, il sistema doganale degli Stati Uniti ha previsto una “franchigia” – un’esenzione dal pagamento dei dazi – per i pacchi di basso valore, soglia innalzata nel 2016 a 800 dollari per sostenere l’incremento del commercio elettronico. Questa esenzione rendeva economicamente vantaggioso l’invio e la ricezione di piccoli colli, alimentando uno scambio transoceanico continuo tra privati, aziende e piattaforme e-commerce.

La cancellazione della soglia di 800 dollari, annunciata dall’amministrazione americana nell’estate 2025, rappresenta una delle svolte più significative nella storia recente del commercio diretto tra Europa e Stati Uniti. Da ora, tutte le spedizioni contenenti merci saranno soggette a dazi indipendentemente dal loro valore. L’eliminazione della franchigia risponde alla scelta di rafforzare il controllo sulle importazioni dirette e contrastare tanto il commercio illecito di prodotti, quanto modalità di evasione messe in atto soprattutto da operatori internazionali non americani.

Tutte le merci, anche di valore minimo, devono essere dichiarate e sottoposte a nuove verifiche. La riscossione dei dazi avviene già prima dell’ingresso delle merci nel territorio statunitense. Operatori postali come Poste Italiane, DHL, La Poste e Correos in diversi Stati europei hanno sospeso o limitato le spedizioni di pacchi con merci verso gli USA.

I servizi rimasti attivi, ad eccezione di alcune opzioni “express” gestite con procedure di sdoganamento dedicate, risultano quindi limitati. L’attuale quadro normativo è segnato da una fase di transizione, in cui sia le imprese sia i cittadini devono verificare caso per caso la fattibilità e i costi delle spedizioni.

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Come funzionano i nuovi dazi sui pacchi verso gli Stati Uniti: calcoli, soglie, eccezioni e casi pratici

Dalla sospensione del regime “de minimis”, i dazi vengono oggi applicati secondo due modalità principali, con una transizione che si concluderà il 28 febbraio 2026. Nel periodo transitorio, i servizi postali possono optare tra applicazione di una tariffa fissa per pacco e dazio proporzionale sulla base della categoria merceologica:



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Periodo

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Modalità dazio

Fino al 28/02/2026

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Tariffa fissa (80-200 USD) oppure aliquota secondo normativa IEEPA*

Dopo 28/02/2026

Applicazione ordinaria dei dazi calcolati sul valore della merce

*IEEPA: International Emergency Economic Powers Act, applicabile in base alla nazione di origine.

Ecco quindi che per i Paesi UE, il dazio è elevato fino al 15% se inferiore, oppure mantenuto all’attuale aliquota se pari o superiore. I pacchi dono (“gift”) tra privati sono esenti solo fino a 100 dollari, ma esclusi prodotti come profumi, alcolici e tabacco. Per merci di origine svizzera, si applica un dazio aggiuntivo del 39%.

Caso pratico: una spedizione dall’Italia a New York, valore dichiarato 150 dollari, contenente prodotti non alimentari soggetti a dazio standard, può essere colpita da un dazio forfettario di circa 80 dollari (se scelto dal vettore durante la fase transitoria) oppure dalla percentuale prevista sul valore. Una spedizione identica con valore dichiarato 50 dollari ma classificata come “gift” tra privati potrebbe invece non essere soggetta a prelievo, salvo categorie escluse.

I dazi sono riscossi al momento della spedizione da parte del vettore o, in casi eccezionali, direttamente alla consegna, complicando la previsione dei costi finali per l’utente. Ulteriore complessità deriva da una forte discrezionalità delle dogane locali sulla classificazione delle merci e sull’applicazione delle aliquote, in particolare nei primi mesi di vigenza delle nuove regole.

Servizi disponibili e sospesi: cosa si può ancora spedire e con quali modalità

L’introduzione delle nuove regole ha portato, per ora, a una sospensione della maggior parte delle spedizioni di pacchi contenenti merci tramite il canale postale ordinario. Poste Italiane e gli operatori internazionali hanno sospeso tali servizi a partire dal 23 agosto 2025. Restano alcune eccezioni e canali ancora attivi:

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  • Le spedizioni di sola corrispondenza (lettere, documenti senza merci) continuano ad essere accettate senza restrizioni.

  • Servizi “Express” come Poste Delivery International Express, DHL Express e analoghi permettono l’invio di pacchi, con sdoganamento commerciale e assistenza doganale specifica, garantendo tracciabilità e maggiore certezza sui tempi di consegna.

  • I pacchi dono tra privati, per valore inferiore ai 100 dollari (esclusi prodotti tassati come profumi o alcolici), possono continuare ad essere spediti secondo le regole vigenti, sebbene con controlli doganali più rigorosi.

Rimane sospesa la spedizione di pacchi contenenti merci tramite canali ordinari da Italia, Germania, Francia, Spagna e altri Paesi europei. Le tempistiche per la ripresa dei servizi standard dipendono dall’adattamento delle procedure e da eventuali chiarimenti normativi da parte delle autorità americane.

Le conseguenze economiche e pratiche per privati e imprese italiane

Le nuove regole sui dazi stanno avendo effetti tangibili sia per i cittadini che per le aziende. Sul piano dei costi, la spedizione di qualunque articolo, anche di modesto valore, può ora implicare un aggravio, incidendo in modo diretto sulle scelte di acquisto e sull’organizzazione delle attività commerciali.

I destinatari di pacchi dagli USA assistono all’aumento delle spese accessorie, comprese possibili trattenute doganali e commissioni per le pratiche di sdoganamento. Per le aziende, specie per quelle di piccole e medie dimensioni che esportano negli USA o gestiscono piattaforme e-commerce, il nuovo scenario significa incertezza e possibile riduzione della competitività. I privati che inviano doni a parenti o amici d’oltreoceano sono chiamati a calcolare in anticipo ogni aspetto logistico ed economico, rischiando di veder aumentare il costo totale dell’invio.

Oltre ai maggiori costi, le nuove norme hanno generato ritardi e complicazioni amministrative, costringendo spesso mittenti e destinatari ad attendere aggiornamenti ufficiali da parte degli operatori postali e delle autorità doganali. Si registra anche un rallentamento nelle procedure di consegna, soprattutto in questa prima fase di applicazione delle normative, con riflessi diretti sulla programmazione di attività familiari e commerciali.

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Caos normativo, reazioni dei consumatori

Le modifiche introdotte dal regime statunitense hanno determinato un quadro di forte disorientamento tra operatori, utenti e associazioni dei consumatori. Diverse associazioni italiane, come Consumerismo no profit e Codacons, hanno evidenziato la necessità di stabilire protocolli chiari e uguali a livello europeo e internazionale, richiedendo trasparenza e strumenti di tutela per i cittadini coinvolti nelle spedizioni verso gli USA.

Il caos normativo è amplificato dalla discrezionalità nel recepimento e nell’applicazione dei dazi, con casi di scelte differenti da una dogana all’altra e rischi di aggravi inattesi per gli utenti. L’interruzione generalizzata delle spedizioni ordinarie ha accentuato la percezione di incertezza, con milioni di pacchi “in sospeso” in Europa e negli Stati Uniti.

Le prospettive a breve termine indicano la necessità di nuovi accordi operativi e un adeguamento degli operatori postali ai sistemi richiesti dalla dogana USA.

Il ritmo dell’evoluzione normativa rende difficile una pianificazione precisa delle attività commerciali e personali riguardanti il traffico pacchi Italia-USA. Resta essenziale consultare canali ufficiali e aggiornare le proprie procedure per evitare disagi e costi inattesi nelle spedizioni dei prossimi mesi.



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