nuova frontiera per gli investimenti sostenibili, ma anche per gli altri « LMF Lamiafinanza


Un’opportunità resa più concreta dall’ultimo dibattito sui media finanziari internazionali

— Trendiest Media Agenzia di stampa —

Negli ultimi giorni, la crescita della domanda energetica è stata al centro delle riflessioni dei principali quotidiani finanziari internazionali, che ne sottolineano non solo le criticità ma soprattutto le potenzialità d’investimento, sia nel settore tradizionale sia nelle nuove tecnologie sostenibili.

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Energia: un settore a buon mercato, ma con potenziale

Secondo MarketWatch, il settore energetico resta uno dei più convenienti nell’S&P 500, con valutazioni forward P/E tra le più basse del mercato. Secondo gli analisti Simon Wong (Gabelli) e Sam Peters (ClearBridge Investments), questo panorama offre un’occasione per investitori pazienti e attenti, sostenuta dall’aumento della domanda elettrica trainato da centri dati e IA. In particolare, dalla testata vengono citate come interessanti sul mercato americano le società National Fuel Gas, Cheniere Energy, Kinder Morgan, e per la componente petrolifera Schlumberger e Chevron, grazie alla loro solidità finanziaria.

Nuova spinta al nucleare grazie all’AI

Su Financial Times, l’interesse verso il nucleare torna in evidenza come parte della transizione energetica. Morgan Stanley ha alzato la stima degli investimenti in nucleare a 2,2 bilioni di dollari entro il 2050 (da 1,5 bilioni), motivando questo rinnovato slancio con il bisogno crescente, da parte dei data center (spinti dall’IA), di energia affidabile e stabile. Le aziende suggerite per intercettare questa tendenza sono Talen Energy, Public Service Enterprise Group (PSEG) e Vistra, tutte con raccomandazione “overweight”.

Ottimismo sul rinnovabile nonostante l’incertezza normativa USA

Il Financial Times riporta come, nonostante possibili tagli agli incentivi fiscali negli Stati Uniti, gli investitori a lungo termine restino ottimisti sul settore rinnovabile. La crescente domanda elettrica, generata dall’IA, dal reshoring industriale e dall’elettrificazione, sostiene la competitività di soluzioni come solare a terra, eolico onshore e batterie, anche senza sovvenzioni. Fondi come Pictet Asset Management, Climate Adaptive Infrastructure e Partners Group continuano a puntare sulle infrastrutture rinnovabili, mentre anche investitori esteri (ad esempio OCI Holdings dalla Corea) aumentano i propri impegni nel solare USA .

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Un mix “realistico”: fossile, IA e idrogeno verde

A completare il quadro, interessante questa intervista sul New York Post: il CEO Chevron, Mike Wirth, spiega la strategia del colosso energetico. Con quasi 10 miliardi di dollari investiti (principalmente negli USA), Chevron punta su progetti fossili (Permian Basin, Golfo del Messico) e nella transizione ecologica (biocarburanti, idrogeno verde, stoccaggio), bilanciando la realtà attuale dell’80% di domanda globale da combustibili fossili e la necessità di infrastrutture pulite emergenti.

Le opportunità 

Energia tradizionale, una nuova narrativa
Rimane un comparto solido e a buon mercato per gli investitori, specialmente in un contesto di domanda in crescita da parte di infrastrutture digitali ed IA.
Nucleare, il futuro è ora
La spinta verso grandi capacità energetiche stabili rende il nucleare una scommessa concreta. Talen, PSEG e Vistra offrono potenziale di crescita rilevante.
Rinnovabili USA, resilienti all’incertezza
Nonostante la politica incerta, la domanda strutturale sostiene il settore. Fondi infrastrutturali ne sono convinti e continuano a investire.
Equilibrio tra fossili e green tech
La transizione è graduale. L’approccio pragmatico punta su una combinazione di risorse consolidate e investimenti emergenti in IA, idrogeno, biocarburanti.

Un investimento intelligente e intersettoriale

Quel che emerge chiaramente dai principali media finanziari di questa settimana è l’importanza di un approccio intersettoriale. La domanda energetica non è più un semplice indicatore di consumo, ma uno stimolo strategico per orientare le scelte degli investitori verso attori tradizionali ma resilienti (es. utility, infrastrutture gas e petrochimiche), tecnologie emergenti (nucleare, batterie, idrogeno, IA), attori strategici strutturati (fondi specializzati, investitori istituzionali e infrastrutturali).

Questa diversificazione non solo aiuta a distribuire il rischio, ma permette anche di intercettare il meglio della transizione, prima che diventi mainstream.

In sintesi, la crescente domanda energetica alimentata da digitalizzazione, cambiamenti geopolitici e impegni climatici, sta ridisegnando il panorama dell’investimento energetico. Il messaggio è chiaro: equilibrio, lungimiranza e flessibilità sono ormai imprescindibili.

Per gli investitori: monitorare aziende che combinano solidità finanziaria con proiezione verso nuove tecnologie, affiancare posizioni in utility, nucleare e rinnovabili, e orientarsi verso fondi e strumenti che favoriscono la transizione sostenibile.



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