Manovra e fisco, la Lega rilancia. Salvini da Cernobbio: “Ipotesi flat tax sulle buste paga dei dipendenti”


Fisco, Salvini: “La rottamazione per 20 milioni di cartelle esattoriali è una boccata d’ossigeno per l’economia. Ragioniamo su flat tax anche per i dipendenti”

Per la Lega “ci sono temi prioritari come la pace fiscale: le 20 milioni di cartelle esattoriali nelle case e imprese italiane, stiamo valutando gli importi sara’ una boccata d’ossigeno per l’economia“. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e vice premier, Matteo Salvini a Class Cnbc a margine del Forum Teha a Cernobbio. “Con Giorgetti – ha aggiunto – mi sento tutti i giorni, non vogliamo fare passo piu’ lungo gamba. Stanno aumentando entrate fiscali, diminuendo gli interessi sul debito. Vogliamo continuare a essere responsabili”. 

“La Flat tax è ferma a 85 mila euro da Bruxelles e stiamo lavorando con Bruxelles per togliere questo vincolo. Più alzi il tetto, più incentivi a produrre, più lo Stato incassa. Stiamo ragionando su come estendere a una parte dello stipendio dei lavoratori dipendenti il regime della flat tax”. Lo ha detto il vice premier e segretario della Lega Matteo Salvini, in un’intervista a Class Cnbc in occasione del Forum Abrosetti in corso a Cernobbio. 

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Fisco, le proposte di Ruffini 

Quattro proposte per un Fisco più giusto. Ernesto Maria Ruffini, fondatore dei Comitati Più Uno, le indica oggi, sintetizza un a nota del suo ufficio stampa, in un articolo su Avvenire. “Primo: ripartire dai principi, misurandoli. Stabilire un indicatore semplice di progressività effettiva del sistema e legare a quell’indicatore gli obiettivi di legislatura. Vogliamo che la quota di gettito da tributi progressivi salga dal 40 al 50%? Diciamolo, fissiamo tempi e tappe. Secondo: riportare nella base IRPEF, per quanto possibile, redditi oggi dispersi in regimi sostitutivi, semplificando davvero e senza demonizzare: la semplificazione è un valore, la frammentazione no”. “Terzo – prosegue Ruffini – limitare i regimi speciali alla loro ratio originaria – contrasto all’evasione, rischi peculiari, semplificazione per micro-attività – e non alla comoda scorciatoia o all’inerzia dell’abitudine. Quarto: costruire una posizione italiana in Europa che si qualifichi per promuovere armonizzazione, trasparenza integrale degli incentivi, clausole anti-transfer pricing, cooperazione rafforzata su imposizione dei redditi mobili”. 

 Infine, Ruffini conclude con un punto politico. “La progressività non è un tema per convegni, è il punto nodale del patto che tiene insieme chi studia e chi lavora, chi investe e chi cura, chi ha avuto di più e chi chiede una seconda possibilità. Non parlarne non lo rende meno urgente. E non affrontarlo, per anni, ci ha già consegnato un sistema che non funziona. È credibile promettere crescita, coesione o servizi migliori senza mettere mano a questa architettura? No, non lo è. È una favola. E non a lieto fine”.





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