L’ultimo contratto è stato firmato pochi giorni fa, portando così a 20 il totale delle aziende farmaceutiche e parafarmaceutiche presenti a vario titolo, soprattutto con strutture per la distribuzione, al Nola Business Park (il sistema Cis-Interporto). La notizia ha però un valore aggiunto, per così dire: perché nel giro di appena un anno e mezzo gli insediamenti di questo settore sono cresciuti del 25% che, in termini di superficie occupata, vuol dire passare da 80mila a 100mila metri quadrati di magazzini, il 12,5% degli spazi occupabili complessivamente nel Nola Business Park, circa 800mila.
È la riprova, da un lato, di quanto stia incidendo il farmaceutico (con tutto l’indotto collegato) sul dinamismo economico della Campania e del Mezzogiorno, testimoniato in modo eloquente dalla crescita dell’export del comparto; dall’altro, di come la logistica stia contribuendo a questa spinta, favorita anche dall’enorme opportunità rappresentata dalla Zes unica. «In un quadro post Covid di accresciuta domanda – spiega Giuseppe Pianese, capo del Real Estate del Nola Business Park – il settore farmaceutico, in generale, e tutto quello agganciato ad esso (parafarmaceutico e nutrizione), è diventato un settore trainante con un notevole indotto diretto ed indiretto, con una autentica “corsa alla richiesta di spazi”. La crescita della domanda immobiliare, inoltre, nel nostro contesto è stata resa possibile anche per l’incremento dello sviluppo dell’intermodalità nell’Interporto. Nell’ultimo anno, sono numerosi gli operatori che lavorano con il Terminal intermodale e di conseguenza richiedono spazi da destinare a retro-magazzino da affiancare alla loro attività ferro/gomma». E c’è di più: la logistica al Sud, che attualmente copre circa il 20% del totale nazionale, comincia finalmente a tirare. «Riscontriamo l’accresciuto interesse di investitori istituzionali per piattaforme logistiche non più soltanto del Nord o del Centro-Nord Italia ma anche per aree situate in Campania» conferma Pianese.
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Gli spazi
Quanto accade al Nola Business Park, dove la superficie disponibile a nuovi insediamenti è ormai quasi inesistente (se non per piccole aziende), è eloquente. Non c’è soltanto l’esigenza da parte delle aziende farmaceutiche, molte peraltro del territorio regionale, di ampliare gli spazi per far fronte ad accresciute necessità soprattutto distributive, ma anche di potenziare l’offerta in termini produttivi. Gli esempi, in tal senso, si sprecano nel sistema Cis Interporto. Negli ultimi mesi, Farmacia Guacci, azienda napoletana, una delle principali realtà italiane nel settore dell’e-commerce farmaceutico, ha inaugurato a Nola un nuovo polo logistico di 1.400 metri quadrati, consolidando la sua posizione in un mercato sempre più orientato verso la digitalizzazione. Anche Eberlife Farmaceutici, Spa nata appena 5 anni fa e già segnalatasi per il maggior incremento di fatturato del settore nel 2024, ha inaugurato a Nola il suo nuovo quartier generale che ospiterà anche meeting, corsi di formazione e momenti di crescita per l’intera rete italiana. «Un investimento per lo sviluppo del territorio e un passo fondamentale per consolidare la nostra presenza in Italia», per dirla con il Ceo, Gabriele Busiello. Due anni fa fu Farvima, leader della distribuzione farmaceutica, ad accendere i riflettori su un grosso e modernissimo capannone acquistato sempre nell’area del Nola Business Park, che anticipava di fatto la stagione della corsa agli spazi descritta in precedenza.
Il rapporto
Ma il fermento del settore, come anticipato qualche giorno fa dal presidente nazionale di Assoram, Pierluigi Petrone, è ormai una costante al punto che oltre alla piattaforma logistica di Nola le aziende farmaceutiche nazionali stanno guardando sempre di più al Mezzogiorno per irrobustire i loro indotti, sfruttando le migliorate opportunità offerte dalla logistica e dalla Zes unica. Non è un caso, come sottolinea Mordor Intelligence nel suo ultimo rapporto, che il fatturato dei vettori nazionali del settore appare in continua crescita, con una marginalità superiore rispetto a quella degli operatori logistici (5,8% contro 3,5%). Positivo anche l’andamento del fatturato dei vettori regionali, che registrano una redditività media del 4,7%. Inoltre, il mercato della logistica italiana può sorridere grazie a una crescita costante che non sembra destinata a frenare nei prossimi anni. Secondo gli ultimi dati, infatti, il valore del trasporto merci e della logistica in Italia arriverà a superare i 140 miliardi di dollari nel 2030 con un tasso di crescita annuo composto del 3,71% nel periodo 2024-2030. È una sfida che ormai si gioca quasi per intero sul digitale. E, non a caso, proprio in questi giorni è partito il nuovo bando del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, LogIN Business, che, nell’ambito del Pnrr, punta a sostenere i progetti di digitalizzazione, innovazione tecnologica e sviluppo di soluzioni a supporto delle imprese del trasporto e della logistica. Il bando assegna 157 milioni di euro, destinati ad almeno 8.350 imprese per l’erogazione di contributi in regime di cofinanziamento o in regime de minimis. Il 40% delle risorse è destinato prioritariamente alle regioni del Mezzogiorno.
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