Tra i capitoli più impegnativi per l’Università e per il nuovo rettore e la sua squadra c’è quello dell’edilizia, con un patrimonio immobiliare dell’ateneo che si è ampliato nel corso degli ultimi anni e che è destinato a ingrandirsi ulteriormente con i grandi progetti in campo.
Francesco Svelto nel suo mandato ha puntato molto su questo ambito: oltre a portare a compimento gli interventi avviati, che comportano ingenti investimenti, si tratterà di gestire questo patrimonio. Dopo il Campus della Salute, nuova sede della facoltà di Medicina, e alle ristrutturazioni dei palazzi storici dell’università, progetti già conclusi, i due mega cantieri riguardano il Parco Gerolamo Cardano per l’innovazione sostenibile, in zona Cravino, tra le vie Ferrata e Abbiategrasso, e il nuovo polo di Scienze del farmaco tra via Taramelli, Aselli e Bassi.
A fine gennaio sono iniziati i lavori per il Parco Cardano. L’appalto per la fase uno del progetto – il centro di ricerca e formazione, finanziato a suo tempo dalla Regione con uno stanziamento di 12 milioni di euro – è stato aggiudicato alla Iti Impresa Generale di Modena (per 7,7 milioni sulla base d’asta di 9,2, ai quali vanno poi aggiunti circa 2,5 milioni per Iva e altre spese e ulteriori 1,3 milioni per forniture, allestimenti a attrezzature per la ricerca e i costi di precedenti appalti relativi alla progettazione e a lavori preliminari). La conclusione è prevista per novembre del prossimo anno. Soggetto attuatore è Arexpo, anche della fase due, che dovrebbe essere completata entro fine 2027: spazi per 5.350 metri quadrati (con possibile estensione fino a 15mila) destinati a imprese interessate a insediarsi accanto al centro di ricerca per sviluppare progetti innovativi nelle tre aree finora individuate: farmaceutica, microelettronica e nutrizione. L’amministratore delegato di Arexpo, Igor De Biasio, aveva parlato di un investimento di 80 milioni da parte della società a controllo pubblico (in cambio Arexpo avrà diritto di superficie per 40 anni).
L’altro intervento imponente, dal costo complessivo di circa 70 milioni di euro, (32 quelli che l’ateneo ha ottenuto dal ministero dell’Istruzione e della Ricerca, 10 quelli ricevuti da Regione Lombardia e 28 i milioni messi a disposizione dalla stessa Università) punta a rigenerare il complesso degli Istituti scientifici, oltre a Chimica e Scienze del Farmaco. Il termine dei lavori è previsto per il 2029: verrà realizzato un edificio su un’estensione di 21.500 metri quadrati che ospiterà anche un polo didattico per un totale di 2.000 posti tra aule per lezioni frontali e laboratori didattici, con una capienza complessiva pari a circa 500 posti. Il progetto prevede anche il recupero di spazi verdi. L.Si.
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