Siemens, accelerare su AI per sfide manifattura e infrastrutture – Economia


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Accelerare sull’intelligenza artificiale e sulla digitalizzazione per rendere più competitive le imprese manifatturiere e più sostenibili le infrastrutture del Paese. È la ricetta di Siemens Italia, che al Forum Ambrosetti invita imprese e governi a fare sistema per cogliere la sfida tecnologica che riguarda industria, energia e città. Secondo Floriano Masoero, presidente e ceo di Siemens Italia, l’intelligenza artificiale “può apportare un contributo tra gli 80 e i 100 miliardi di euro di Pil aggiuntivo al mondo industriale. Un’opportunità enorme”. Le aziende italiane, però, “sono un po’ in ritardo: il treno sta passando molto velocemente. A oggi solo l’8,2% ha iniziato un vero e proprio progetto nel settore industriale di intelligenza artificiale. Altri paesi, come la Danimarca, sono oltre il 27%, la Germania è a oltre il 20%, la media europea è del 13,5% quindi abbiamo un ritardo da colmare e dobbiamo accelerare”, aggiunge. L’adozione dell’AI in Italia è salita dall’5% del 2024 all’8,2% del 2025, spinta in particolare dal manifatturiero, ma la crescita resta ancora troppo lenta. Un’accelerazione, avverte Siemens, è necessaria se si vogliono centrare gli obiettivi del Pniec e la neutralità climatica al 2050. Il potenziale economico è significativo: la sola AI industriale, se adottata su larga scala, potrebbe generare fino a 100 miliardi di euro di benefici in termini di produttività. Un’accelerazione necessaria anche sul fronte infrastrutturale, che Siemens considera ‘il tessuto connettivo’ della transizione energetica. Senza reti digitalizzate, edifici riqualificati e un’accelerazione sull’elettrificazione, non sarà possibile sostenere la decarbonizzazione e rispondere alla crescente domanda di energia. “Le infrastrutture rappresentano un elemento fondamentale del sistema Italia”, ha sottolineato Claudia Guenzi, Head of Smart Infrastructure di Siemens Italia, “in quanto sono quelle che ci consentono di muoverci, di accendere la luce, di vivere e lavorare all’interno degli edifici. Consumano il 40% dell’energia prodotta a livello globale e sono responsabili del 30% delle emissioni. Per questo parlare di transizione energetica non può prescindere dall’efficientamento delle infrastrutture, siano esse edifici o reti”. Secondo Guenzi, “in Italia come in altri Paesi europei il percorso è iniziato e in alcuni ambiti siamo persino più avanti, penso agli investimenti sulla digitalizzazione delle reti di distribuzione elettrica, dove Siemens accompagna i clienti in questo processo. Ma c’è ancora molto da fare”. Il processo di transizione energetica del Paese passa quindi da tre direttrici: elettrificazione dei consumi, digitalizzazione delle reti e riqualificazione del patrimonio edilizio. Ma anche sulla cooperazione tra Paesi europei: “Abbiamo sentito ribadire più volte quanto sia fondamentale. Mettere a fattor comune conoscenze, competenze ed esperienze è cruciale. Per noi di Siemens, multinazionale per vocazione, è naturale imparare da ciò che accade nei diversi Paesi, anche dagli errori, per migliorare e supportare al meglio i nostri clienti”, ha concluso Guenzi. 

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