Ecco cosa rivelano i risultati di uno studio coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e dalla Fondazione Bruno Kessler
Quasi un italiano su dieci oggi è suscettibile al morbillo, ossia non ha alcuna protezione immunitaria contro il virus perché non si è mai vaccinato e non ha contratto l’infezione in passato. A metterlo nero su bianco è uno studio coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e dalla Fondazione Bruno Kessler, pubblicato su The Lancet Infectious Diseases, che accende i riflettori soprattutto sui giovani adulti tra i 20 e i 40 anni, un gruppo chiave nella trasmissione della malattia anche in Regioni d’Italia dove le coperture pediatriche sono alte.
Morbillo: perché alcune persone sono più a rischio di altre
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Gli autori dello studio parlano chiaro: senza strategie mirate per immunizzare gli adulti, sarà sempre più difficile interrompere la circolazione del virus in Italia. I dati ufficiali dell’ISS ci dicono che nel 2025, dal 1° gennaio al 30 giugno, sono stati segnalati 391 casi di morbillo in 20 Regioni, ma quasi la metà di questi (il 48,8%) sono stati segnalati da tre Regioni: Lombardia, Sicilia e Lazio, mentre l’incidenza più elevata è stata osservata in Calabria.
Morbillo, chi è più vulnerabile in Italia?
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Lo studio ha analizzato quasi 15mila casi di morbillo notificati tra il 2013 e il 2022, con 14 decessi. I bambini sotto i 5 anni hanno registrato il tasso di incidenza più alto, ma oltre la metà delle infezioni ha riguardato giovani adulti, le persone tra i 20 e i 40 anni. Tra i casi con stato vaccinale noto, in 9 su 10 la persona colpita non era vaccinata.
Gli esperti hanno anche analizzato la catena di trasmissione dei focolai, concludendo che:
- L’88,9% delle infezioni secondarie è stato causato da individui non vaccinati.
- Solo l’1,1% dei contagi si è verificato tra persone entrambe vaccinate.
- Un terzo dei focolai ha coinvolto giovani adulti, responsabili anche di molte trasmissioni verso bambini sotto i 5 anni.
- Il 35,5% dei contagi è avvenuto in ambito familiare.
Secondo le stime, nel 2025 il 9,2% della popolazione italiana sarà ancora suscettibile al morbillo e solo l’88,2% dei giovani under 20 risulterà immune. A livello regionale, i dati sono molto eterogenei. Nel centro-nord del Paese ad essere più suscettibili sono gli adulti, mentre nella Provincia autonoma di Bolzano e in Calabria sono i giovani non immunizzati. Questo significa che, nonostante l’obbligo vaccinale introdotto nel 2017 abbia aumentato la copertura nei bambini, ampie sacche di adulti non immunizzati stanno continuando a sostenere la circolazione del virus.
Morbillo, perché serve una strategia mirata?
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Secondo Gianni Rezza, professore di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele ed ex direttore della Prevenzione del Ministero della Salute, lo studio conferma quanto già mostrato dalla sorveglianza: “Il maggior numero di casi riguarda adulti non vaccinati, mentre l’incidenza più alta resta tra i bambini, soprattutto sotto l’anno di età, che non possono ancora essere immunizzati”.
Di fronte a questa conferma, gli esperti raccomandano campagne di recupero vaccinale per giovani adulti, in aggiunta al mantenimento di alte coperture pediatriche, fondamentali per la protezione indiretta dei più piccoli. La vaccinazione è gratuita e fa parte del programma europeo di eliminazione del morbillo, che però non ha ancora raggiunto il suo obiettivo principale. Per fermare il morbillo, ribadiscono gli esperti, non basta vaccinare i bambini, ma occorre chiudere le sacche di suscettibilità negli adulti che oggi rappresentano un motore silenzioso di trasmissione.
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