Maltempo, aziende agricole distrutte: «Alcune non riapriranno mai più. Abbiamo chiesto lo stato di calamità»


Belfiore

Il sindaco: «Sarà difficile riscuotere l’assicurazione, le reti antigrandine sostituiscono le polizze. Servono fondi nazionali»

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 






Devastazione Meleto allagato con le piante spezzate dal vento




Devastazione Meleto allagato con le piante spezzate dal vento



Devastazione Meleto allagato con le piante spezzate dal vento

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Sono enormi i danni causati dalla tromba d’aria di lunedì sera su diverse aziende agricole belfioresi, tanto che il sindaco, Alessio Albertini, ha chiesto alla Regione di dichiarare lo stato di emergenza. È stato un downburst, un fenomeno che consiste in forti correnti di vento che scendono dall’alto per poi propagarsi, dal fronte del temporale, con moto orizzontale, e che si è abbattuto sulle campagne nella zona orientale di Belfiore, nelle località Bionde, Lutaldo, Zerpa e Valfonda. Le raffiche di vento fortissimo con l’intensa grandinata sono state uno degli eventi più estremi mai verificatisi in zona. I danni al patrimonio pubblico sono più limitati: alcuni alberi sradicati e finiti sulle strade e pali telefonici divelti.

«Ho attivato la Protezione civile lunedì sera e una squadra di volontari ha lavorato fino alle tre del mattino per liberare le strade dalle piante cadute», racconta il sindaco Albertini. «Al coordinatore Andrea Burro e ai volontari, va la grande riconoscenza mia e della cittadinanza per il grande sforzo».

Il sindaco, martedì, ha attivato la richiesta di stato di emergenza con Avepa, l’agenzia veneta per l’agricoltura. E giovedì ha firmato pure quella al presidente della Regione Luca Zaia.

In campagna

L’impatto sulle aziende agricole è stato devastante. Il vento ha divelto le reti antigrandine, esponendo i frutti ormai pronti per lo stacco alla violenta grandinata che li ha distrutti. In alcuni punti la tromba d’aria ha piegato a terra filari di piante, sradicando tronchi, pali delle reti antigrandine, puntelli e impianti di irrigazione. «Con il vicesindaco delegato all’agricoltura Giuseppe Vanzani, abbiamo contattato le imprese coinvolte», continua il sindaco.

«Purtroppo ci sono aziende in ginocchio che non riapriranno più. Oltre alla produzione di quest’anno da buttare, agli impianti antigrandine da ricostruire, il dramma è che sono stati distrutti interi frutteti. Ci vorranno anni per posare i nuovi meli e tornare alla produzione completa». Il lavoro di una vita è stato spazzato via in pochi minuti, insomma.

«Pensare», continua Albertini, «che la raccolta è in corso, sarebbero bastati pochi giorni per salvare la stagione melicola. Siamo senza parole e raccogliamo la solidarietà di tutta la comunità per gli agricoltori coinvolti dal disastro».

Microcredito

per le aziende

 

«Abbiamo attivato tutti i canali possibili, formali e informali, per fare in modo che alle aziende coinvolte sia riconosciuto un adeguato indennizzo», assicura il primo cittadino. «Occorre ora che la Regione e il Governo raccolgano il grido disperato di questi agricoltori. Il tema assicurativo esiste, ma è molto complicato riuscire ad assicurare gli impianti antigrandine: l’azienda investe nelle reti antigrandine come assicurazione del rischio, in alternativa a quella della polizza».

«Quanto avvenuto», conclude Albertini, «è un evento difficile e oneroso da tutelare con un’assicurazione. Per questo occorre che Regione, Avepa, Protezione civile e Governo, con i fondi per le avversità atmosferiche in agricoltura, riconoscano indennizzi rapidi e adeguati».





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