Le pmi italiane puntano la Silicon Valley. La missione di Intesa Sanpaolo negli Usa


Incontri con potenziali investitori, workshop a Stanford e Berkeley per conoscere le ultime soluzioni di intelligenza artificiale, lezioni con i manager delle Big Tech della Silicon Valley. Intesa Sanpaolo attraverso la sua divisione Banca dei territori guidata da Stefano Barrese ha portato dodici Pmi italiane d’eccellenza a San Francisco in quello che lo stesso Barrese chiama «il più grande ecosistema di innovazione al mondo dove le dimensioni di investimento sono mostruose».

A guidare le imprese nella West Coast Innovit, l’acceleratore del ministero degli Esteri nella culla high tech del mondo, nato su input del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Al riguardo il suo direttore Alberto Acito ricorda la necessità di far «incrociare la manifattura italiana con l’intelligenza artificiale e il digitale». Secondo il console generale italiano a San Francisco, Massimo Carnelos, in questo modo si promuovere un’immagine aggiornata del nostro Paese e del nostro tessuto imprenditoriale e tecnologico».

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Le aziende sono state scelte tra quelle che hanno partecipato alle cinque edizioni di Imprese Vincenti, il programma di Intesa Sanpaolo per accompagnare le Pmi all’estero. Hanno una media di 150 dipendenti e 40 milioni di euro di fatturato annuo, spaziano tra settori come l’arredamento, l’agroalimentare, la meccanica, il software o la sanità.

Sono Aton (Treviso), Galdi (Treviso), I.co.p (Udine), Las Mobili (Teramo), Mac&Nil (Bari), Malvestio (Padova), Manta Group (Foggia), Martinorossi (Cremona), Move (Lucca), Podium Engineering (Aosta), Rain (Milano), Santini (Bergamo).

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Per capire quanto il digitale sia centrale nella vita di queste Pmi è utile ascoltare Massimo Rulli, direttore generale di Las (azienda che vende in settanta Paesi mobili di ufficio e cucine America compresa): «Stiamo introducendo soluzioni di intelligenza artificiale in tutti processi, per esempio con i configuratori 3D per delineare meglio gli spazi dove saranno installate le nostre cucine, fino alla preparazione dei documenti nelle gare d’appalto».

Ferdinando Frediani era ancora all’universitĂ  quando ha ideato con alcuni suoi amici un sistema di sensori di controllo per la stabilitĂ  delle infrastrutture, che ha permesso alla sua Move X di esportare negli Usa come in Australia. «Anche in Italia abbiamo bellissime idee – nota – quello che ci manca rispetto all’America è il collegamento fortissimo tra universitĂ , produttori e finanziatori che non hanno paura di rischiare».

IL MERCATO
A San Francisco, città dove fanno parte del corredo urbano i taxi con guida autonoma, Nicola Lavenuta di Mac&Nil dice che il nostro Paese può creare «soluzioni nella stessa direzione, visto che i sistemi di telecontrollo sono nati da noi». Michele Frisoli di Manta Group produce a Foggia parti di elicotteri e dice che l’Italia «ha grandi opportunità negli Usa grazie alla sua affidabilità e alla capacità di mettere a terra processi complessi».

Massimo Malvestio, titolare dell’omonimo gruppo padovano, ricorda che «non si può non guardare al mercato Usa per l’healthcare». Giacomo Petrucco, quarta generazione della famiglia che controlla I.C.O.P., ricorda invece «l’acquisizione fatta negli Stati Uniti per portare anche in questo ricchissimo mercato le nostre competenze in microtunneling, fondazioni speciali e opere marittime».


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