Il nuovo studio globale di Google Cloud rivela che oltre la metà delle aziende usa AI agent, con ritorni economici stabili e attenzione crescente a privacy e sicurezza.
Un nuovo studio globale di Google Cloud evidenzia come le aziende stiano entrando nella fase matura dell’adozione dell’intelligenza artificiale generativa, con un’attenzione crescente verso gli AI agent. Oltre metà degli executive intervistati (52%) afferma infatti che la propria organizzazione utilizza già agenti AI in diversi ambiti, e per il 39% sono oltre dieci i progetti attivi.
Lo studio – condotto dal National Research Group su 3.466 dirigenti in 24 Paesi – fotografa un panorama in cui gli investimenti restano solidi, i ritorni economici stabili e le nuove sfide riguardano soprattutto privacy e sicurezza dei dati.
La crescita degli agentic AI early adopters
Una delle novità principali riguarda la comparsa di un gruppo di “early adopters” dell’agentic AI, pari al 13% del campione. Queste organizzazioni destinano almeno la metà del budget AI agli agenti e li hanno già integrati profondamente nei processi aziendali.
L’impatto sul ritorno degli investimenti è evidente: l’88% di questi pionieri dichiara di aver ottenuto ROI da almeno un caso d’uso di AI generativa, contro una media del 74% del totale.
“La conversazione non è più sul ‘se’, ma su ‘quanto velocemente’ adottare gli AI agent”, ha spiegato Oliver Parker, vicepresidente Global Generative AI Go-To-Market di Google Cloud. “Gli early adopters non si limitano ad automatizzare compiti, ma ridisegnano processi chiave, fornendo una chiara roadmap per chi vuole scalare e ottenere ROI costante”.
Applicazioni e differenze settoriali
Gli AI agent si stanno diffondendo in settori e dipartimenti diversi. Gli ambiti più comuni sono il servizio clienti (49%), il marketing (46%), le operazioni di sicurezza informatica (46%) e il supporto tecnico (45%).
Alcuni casi d’uso mostrano forte specificità industriale: gestione delle frodi nei servizi finanziari (43%), controllo qualità nel retail e nei beni di largo consumo (39%), configurazione e automazione delle reti nelle telecomunicazioni (39%).
Le differenze geografiche restano marcate. In Europa il principale ambito di applicazione è il supporto tecnico, mentre in Giappone e nell’area Asia-Pacifico prevale il customer service e in America Latina il marketing.
“Le organizzazioni stanno utilizzando l’agentic AI per affrontare compiti complessi, dall’individuazione delle frodi al controllo qualità”, ha sottolineato Carrie Tharp, vicepresidente Head of Strategic Industries and Solutions di Google Cloud. “Non si tratta solo di efficienza, ma di integrare l’intelligenza direttamente nel cuore del business”.
ROI stabile e investimenti in crescita
Dal punto di vista economico, lo scenario appare solido: il 74% dei dirigenti ha registrato ROI entro il primo anno e il 56% dichiara crescita del business grazie all’AI generativa. Tra questi, il 71% segnala un aumento dei ricavi, con il 53% che quantifica un incremento tra il 6 e il 10%.
I principali driver di valore restano la produttività (70%), l’esperienza del cliente (63%) e la crescita del business (56%). Si nota inoltre una riduzione dei tempi di passaggio dall’idea alla produzione: il 51% delle aziende riesce a concretizzare un use case in 3-6 mesi, contro il 47% dello scorso anno.
Gli investimenti non rallentano. Il 77% delle imprese ha aumentato la spesa in AI generativa, favorito dalla riduzione dei costi tecnologici, e il 48% ha riallocato budget non-AI verso progetti di intelligenza artificiale.
Sicurezza e privacy al centro
L’aspetto che più preoccupa i dirigenti non riguarda più solo le performance tecniche, ma la sicurezza. Il 37% indica privacy e protezione dei dati come fattore chiave nella scelta di un provider di LLM, seguiti dall’integrazione con i sistemi esistenti e dai costi.
“Il 2024 ha dimostrato che l’AI generativa funziona; il 2025 sarà l’anno in cui costruire su questo successo”, ha aggiunto Parker. “Le maggiori sfide riguardano la sicurezza dei dati e l’integrazione dei sistemi. La risposta è una strategia moderna con governance solida fin dall’inizio”.
Il rapporto di Google Cloud dimostra che l’AI non è più un esperimento, ma una leva concreta di crescita: gli AI agent emergono come il nuovo elemento distintivo per le aziende che puntano a un vantaggio competitivo, mentre privacy e sicurezza diventano criteri determinanti nelle scelte tecnologiche.
In un contesto in cui la velocità di adozione fa la differenza, gli early adopters tracciano la strada, mostrando come l’AI possa generare valore tangibile e sostenibile quando integrata nei processi core dell’impresa.
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