È già allarme fondi per il Terzo settore. «Cancellati 34 milioni»




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Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum del Terzo settore – ImagoEconomica

Per il Terzo settore, la sessione di bilancio inizia decisamente in salita: il fondo triennale che sostiene le attività specifiche degli enti sociali ha subito una riduzione di 34 milioni di euro, 24 considerando lo stanziamento aggiuntivo già previsto per il 2025.
«Nelle scorse ore – dichiara Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Terzo settore – è stato pubblicato l’atto di indirizzo triennale con il quale il Governo, come previsto per legge, sostiene le attività di interesse generale svolte dal Terzo settore. Nonostante la soddisfazione espressa dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, constatiamo purtroppo non solo l’insufficienza delle risorse rispetto alle reali necessità del comparto, ma anche una loro riduzione».
Il comparto, dunque, è «tutt’altro che sereno per il futuro, anche e soprattutto considerando la difficile fase economica che il Paese sta vivendo e che ricade, naturalmente, sulle attività del Terzo settore».
Il fondo cui si fa riferimento è quello previsto dagli articoli 72 e 73 del Codice del Terzo settore. L’ammontare per il triennio 2025-2027 è pari a 141 milioni di euro, in calo secondo quanto denunciato dal Forum. Si tratta di risorse particolarmente importanti per le realtà sociali, perché sono le uniche che finanziano le finalità che gli enti stessi si sono dati nei loro Statuti. Sono in sostanza gli unici investimenti che i soggetti del Terzo settore possono fare su se stessi.
Al momento dell’approvazione dell’atto di indirizzo, a inizio agosto, la ministra Marina Calderone aveva ribadito che gli Ets «rappresentano una risorsa fondamentale per il Paese». Proprio a questa altisonante affermazione si allaccia Pallucchi per chiedere «un adeguamento delle risorse, quantomeno per non segnare preoccupanti passi indietro».
A risultare particolarmente penalizzato è il biennio 2025-2026. Mancano all’appello, per ciascuna annualità, almeno una decina di milioni di euro. Soldi che vengono tolti sia a iniziative di rilievo nazionale sia a a progetti locali. Risorse che vengono a mancare anche, ad esempio, per l’acquisto di autoambulanze e veicoli per attività sanitarie. Chiaro che il taglio fa più rumore in un momento in cui il Governo si appresta a stanziare decine di miliardi di euro in armi su scala pluriennale.
La sede in cui si potrebbe integrare il fondo è, ovviamente, la legge di bilancio. In quella sede, sono diverse le aspettative e le priorità del Forum. Innanzitutto, l’annosa questione dell’Iva. Senza nuovi interventi normativi, e senza una trattativa con l’Ue che possa rendere strutturale la deroga per le realtà sociali, dal primo gennaio 2026 gli Ets potrebbero trovarsi a pagare l’Imposta sul valore aggiunto. Una ipotesi alla quale la stragrande maggioranza delle realtà, con capitali inferiori ai 10mila euro, non sono pronte nemmeno dal punto di vista burocratico. Da anni si sostiene che l’introduzione dell’Iva potrebbe essere letale per la gran parte delle realtà sociali del Paese, certamente per le più piccole e fragili.
Stavolta il Forum si aspetta che la decisione sull’Iva arrivi già in sede di varo della manovra da parte del governo, e che non sia demandata alla lunga ed estenuante trattativa parlamentare.
Altra priorità del Forum, il 5per mille
. Ieri è partita la campagna promossa dalla rivista Vita per chiedere l’eliminazione del tetto di 525 milioni. Un tetto che, nell’ultima suddivisione delle risorse, ha portato a non distribuire al Terzo settore 79 milioni di euro che i contribuenti avevano assegnato. I firmatari della campagna hanno scritto una lettera alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni perché sia rispettata la volontà dei contribuenti.
Altro nodo, l’Irap che paga il Terzo settore. Gli alleggerimenti all’imposta previsti per le realtà private e commerciali non hanno riguardato i soggetti sociali, con il paradosso che oggi gli Ets sono assoggettati all’Irap in misura ben maggior di quanto previsto per le imprese. Ma Pallucchi e il Forum, in sede di legge di bilancio, vorrebbero aprire anche un altro fronte: quello dell’accesso al credito. L’obiettivo è arrivare ad avere un fondo simile a quelli previsti per le piccole-medie imprese, di modo che anche gli Ets possano finanziarsi.
Tuttavia, come detto, il punto di partenza non lascia ben sperare, e dunque ora la priorità è recuperare i 34 milioni “tagliati” dal fondo ministeriale.
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