Cosa cambia, chi ha vantaggi
I buoni pasto godono di un’esenzione fiscale fino a un massimo di 4 euro al giorno se emessi in formato cartaceo e fino a 8 euro quotidiani se digitali o elettronici. L’eventuale quota che supera queste soglie viene invece considerata reddito da lavoro dipendente e pertanto tassata.
Un eventuale innalzamento del limite esentasse porterebbe benefici diretti soprattutto ai lavoratori, senza escludere comunque vantaggi anche per le imprese sotto il profilo fiscale. La proposta di introdurre tale misura è sostenuta dalla senatrice di Fratelli d’Italia Paola Mancini, componente della Commissione Lavoro del Senato, che aveva già presentato un emendamento in questa direzione alcuni anni fa, poi bloccato in sede parlamentare per mancanza di risorse.
Il legislatore riconosce che il servizio mensa, erogato attraverso voucher cartacei o digitali, rappresenta un pilastro del welfare aziendale e costituisce al tempo stesso una fonte significativa di gettito per l’erario. La soglia di esenzione, infatti, consente ai dipendenti di usufruire del pasto offerto dal datore di lavoro senza subire un prelievo fiscale che ne ridurrebbe il valore effettivo.
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