Buoni pasto a 10 euro senza tasse: la proposta in manovra


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Dal tetto di 8 a 10 euro: cosa cambia per i lavoratori.

La soglia di esenzione fiscale sui buoni pasto elettronici potrebbe presto salire da 8 a 10 euro al giorno. L’iniziativa, firmata dalla senatrice Paola Mancini (Fratelli d’Italia) e sostenuta dal governo Meloni, punta ad adeguare il valore del ticket all’aumento del costo medio di un pranzo fuori casa.
La misura è allo studio del ministero dell’Economia e potrebbe essere inserita nella prossima legge di Bilancio.

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Buoni pasto: le regole in vigore

Attualmente, i buoni pasto godono di esenzione fiscale fino a:

  • 4 euro per i ticket cartacei;
  • 8 euro per quelli elettronici.

Superate queste soglie, l’importo viene tassato come reddito da lavoro. Con l’innalzamento a 10 euro, i buoni resterebbero netti per i dipendenti (esclusi da tasse e contributi) e interamente deducibili per le imprese, con un vantaggio reciproco.

Un welfare aziendale che vale una mensilità in più

La proposta si inserisce in una riflessione più ampia sul ruolo del welfare aziendale nella redistribuzione della ricchezza.
Secondo l’Osservatorio Edenred, nel 2024 le aziende italiane hanno erogato in media 1.000 euro a dipendente in benefit, con un aumento del 10% rispetto al 2023. Sommando i buoni pasto, il valore medio sale a 2.700 euro annui, equivalenti a una o due mensilità nette in più per il ceto medio.

Un settore che muove Pil e occupazione

Non si tratta solo di un beneficio per i singoli lavoratori. Uno studio della Sda Bocconi, citato dal Sole 24 Ore, stima che il comparto dei buoni pasto generi lo 0,75% del Pil, sostenendo 220.000 posti di lavoro diretti e indiretti.
Nel 2023 i consumi tramite ticket hanno garantito allo Stato 419 milioni di euro di Iva. Oggi i buoni pasto sono utilizzati da 3,5 milioni di lavoratori, distribuiti da 14 società emettitrici.

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I vantaggi fiscali: equilibrio tra impresa e dipendenti

Per i lavoratori, i buoni pasto non concorrono alla formazione del reddito imponibile entro le soglie di legge. Per le imprese, invece, rappresentano una spesa integralmente deducibile.
Il meccanismo consente alle aziende di premiare i dipendenti senza aggravi contributivi e allo Stato di beneficiare di un gettito indiretto tramite Iva.

Non solo buoni pasto: affitto studenti e indennità di trasferta

Il pacchetto Mancini non si limita ai ticket restaurant. Tra le proposte allo studio anche:

  • Rimborso affitti studenti con esenzione fiscale per contributi destinati a universitari e iscritti agli Its Academy che studiano a oltre 50 km da casa o con tempi di viaggio superiori ai 60 minuti;
  • Aggiornamento dell’indennità di trasferta, ferma dal 1986 e ancora espressa in lire: dagli attuali circa 50 euro si passerebbe a 131 euro al giorno, con adeguamento annuale all’indice Istat.



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