Nel panorama digitale odierno, la threat intelligence non è più un’opzione, ma una necessità strategica per tutte le aziende, dunque anche per le telco. Le imprese che riescono a trasformare i dati grezzi sulle minacce in insight operativi sono quelle che guidano il mercato. Lo afferma Kaspersky, secondo cui la threat intelligence (TI) sta evolvendo da funzione tecnica a strumento chiave per la resilienza e la crescita aziendale, qualunque sia il comparto d’azione, influenzando decisioni che spaziano dagli investimenti IT all’espansione geografica.
Threat intelligence, visione strategica oltre la sicurezza
La TI strategica consente una lettura complessiva dell’evoluzione dei rischi, integrando tendenze, contesto geopolitico, motivazioni degli attori malevoli e specificità settoriali. Questo approccio permette ai dirigenti di contestualizzare le minacce, valutando non solo cosa siano, ma perché siano rilevanti per il proprio business.
Nel mondo telco, dove le infrastrutture digitali sono bersagli privilegiati di attacchi sponsorizzati da stati e gruppi hacktivisti, la threat intelligence diventa strumento di valutazione strategica. Un operatore che pianifica l’ingresso in una nuova regione può scoprire, grazie alla TI, che le infrastrutture locali sono sotto attacco. Questa informazione può modificare radicalmente la strategia di espansione, evitando perdite finanziarie e danni reputazionali.
Altro scenario: uno dei principali fornitori di apparati di rete opera in un’area soggetta ad attacchi da parte di hacker attivisti. La TI suggerisce di diversificare i fornitori, anticipando possibili interruzioni nella supply chain. In entrambi i casi, la threat intelligence si dimostra decisiva nel proteggere il business da rischi invisibili.
Threat intelligence, classificazione dei rischi e ottimizzazione delle risorse
Uno dei vantaggi più tangibili della TI strategica è la prioritizzazione dei rischi. Non tutte le minacce richiedono interventi immediati. La TI consente di allocare le risorse in modo mirato, rispondendo a domande cruciali: dove siamo più esposti? Qual è la nostra propensione al rischio? Quali scenari sono più probabili?
Nel contesto telco, dove la superficie d’attacco è ampia e frammentata, la TI permette di classificare le vulnerabilità non solo in base al punteggio Cvss, ma alla probabilità di sfruttamento nel settore specifico. Questo approccio consente di ridurre il numero di patch necessarie, liberando tempo per il team IT e abbattendo i costi di downtime. Secondo Kaspersky, la gestione delle vulnerabilità può essere semplificata, con una riduzione dei costi di aggiornamento fino al 60%.
La TI strategica ha anche un impatto diretto sull’architettura di sicurezza. Con l’evoluzione delle tecniche dei cybercriminali, l’intelligence guida le scelte strutturali: segmentazione della rete, governance dei dati, requisiti dei tool. I Ciso possono così progettare difese non solo tecnicamente solide, ma anche coerenti con le minacce emergenti.
Threat intelligence, policy su misura e risparmio operativo
Le informazioni fornite dalla TI strategica sono fondamentali per sviluppare policy e procedure personalizzate. Invece di affidarsi a modelli generici, le aziende telco possono costruire strategie basate su minacce reali, specifiche per settore e regione. Questo porta a policy più efficaci e applicabili, fondate su evidenze e non su ipotesi.
Conoscere il proprio profilo di rischio consente di ottimizzare la spesa per la sicurezza, evitando investimenti in strumenti non pertinenti. Kaspersky cita il caso di un’azienda che, grazie alla TI, ha scoperto che il 90% dei feed di indicatori di compromissione (IoC) generava falsi positivi. I feed erano obsoleti e non rilevanti per il settore. Cambiando fornitore, l’azienda ha ridotto del 30% i tempi di elaborazione del Soc, evitando nuove assunzioni e risparmiando risorse.
La TI strategica contribuisce anche alla formazione del personale, identificando lacune nella consapevolezza e nella preparazione. Guida le priorità di training e simulazioni, assicurando che i dipendenti siano pronti a riconoscere e gestire le minacce, non solo a reagire. In questo senso, l’intelligence diventa motore di resilienza culturale, oltre che tecnica.
Threat intelligence, pilastro della gestione del rischio telco
La TI strategica è alla base di un processo completo di gestione dei rischi. Supporta il modeling delle minacce, la pianificazione degli scenari e le valutazioni esecutive. Consente confronti proattivi sui trade-off e sulle strategie di mitigazione, integrando la sicurezza informatica nella continuità operativa e nella pianificazione aziendale.
Nel settore telco, dove la disponibilità del servizio è mission-critical, la threat intelligence consente di anticipare gli impatti di secondo e terzo livello: interruzioni di rete, danni reputazionali, sanzioni normative. La sicurezza informatica non è più una funzione isolata, ma parte integrante della governance aziendale. Come sottolinea Kaspersky, “la threat intelligence non serve solo a proteggere, ma a decidere”. È questa la nuova frontiera: dai dati alle decisioni, per un business telco più sicuro, consapevole e competitivo.
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