“Incertezza e disparità di trattamento”. Paola Passeri, Presidente del Collegio Geometri di Macerata, sintetizza così il clima che si respira tra imprese e committenti della ricostruzione privata. Il 31 dicembre si avvicina e con lui la scadenza della rendincontazioni del Superbonus. Una data irrealistica, sostiene l’Ance Macerata – che rappresenta le imprese edili – in un appello congiunto con ordini professionali e associazioni artigiane di categoria. Non una critica alla gestione della ricostruzione, specifica il presidente Enrico Crucianelli, ma un allarme sulla copertura economica delle famiglie, perché “molti interventi, pur autorizzati e avviati, non riusciranno a concludersi entro quella data e la richiesta di proroga all’applicabilità del Superbonus ai lavori avviati e presentati prima del 30 marzo 2024 mette in luce il possibile blocco della ricostruzione”.
Tra le questioni irrisolte, e che per l’Ance Macerata porterebbero a un riequilibrio, il riconoscimento delle spese per le sole forniture, le cosiddette spese a pie’ d’opera, e la definizione del SAL al 30%, che dovrebbe essere calcolato sulle sole quote in accollo incentivabili, mentre ora per accedere alla detrazione del 110% serve il completamento del il 30% dell’intervento complessivo dei lavori.
Per Nicola Gobbi, portavoce dell’Ordine degli Ingegneri, la proroga ravvicinata comprometterebbe la sicurezza e la qualità dei cantieri. Tema sollevato anche da Alessio Cipollari, neopresidente di Cna Costruzioni, che chiede continuità almeno fino al 2027 sia per le imprese che per le famiglie terremotate.
Nel servizio, le voci di Enrico Crucianelli, presidente dell’Ance di Macerata, e di Simona Guido, presidente del Collegio Geometri di Camerino.
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