Il presidente della commissione per il Commercio del Parlamento europeo, Bernd Lange, ha espresso forti dubbi sulle principali promesse dell’UE di spendere centinaia di miliardi per importare energia dagli Stati Uniti e incrementare gli investimenti europei oltreoceano, avvertendo che tali impegni sono impossibili da mantenere.
Parlando mercoledì in una conferenza stampa al Parlamento UE, Lange ha definito la promessa di acquistare 750 miliardi di dollari di petrolio, gas ed energia nucleare statunitense “totalmente irrealistica”, aggiungendo che “non è possibile” per Bruxelles obbligare le imprese europee a convogliare 600 miliardi di dollari nel Paese nei prossimi tre anni.
Entrambe le promesse sono al centro dell’accordo quadro UE-USA firmato a luglio, che ha sottoposto la maggior parte degli esportatori europei a un’imposta minima del 15% sui beni spediti verso gli Stati Uniti.
“Personalmente, penso che sia totalmente irrealistico”, ha affermato Lange a proposito dell’impegno energetico. “Non vedo possibilità di realizzarlo – e nutro anche dubbi sul fatto che gli Stati Uniti siano in grado di produrre una tale quantità di petrolio ed energia”.
Il veterano eurodeputato tedesco del gruppo dei socialisti e democratici (S&D) ha aggiunto che non esiste “alcuna possibilità di coordinare o imporre alle aziende di investire negli Stati Uniti”. “[L’UE] può sostenere un po’ con sussidi o con alcune normali misure di politica industriale, ma non è possibile”, ha dichiarato.
I commenti di Lange sono ampiamente condivisi dagli analisti, che evidenziano come le promesse dell’UE su investimenti e acquisti non possano essere legalmente imposte da Bruxelles.
Secondo Reuters, nel 2024 il blocco ha acquistato combustibili fossili americani per 76 miliardi di dollari e ha investito 150 miliardi di dollari negli USA – ben lontano dai nuovi impegni.
Intervenendo davanti agli eurodeputati mercoledì, Sabine Weyand, direttrice generale della divisione commercio della Commissione europea, ha sottolineato che le promesse si basavano sull’“aggregazione” delle intenzioni delle imprese private e sulla domanda attesa.
“Non si tratta di un impegno da parte dell’UE o della Commissione, perché non disponiamo di quel denaro, non acquistiamo energia né realizziamo investimenti”, ha precisato.
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