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Senza un immediato rifinanziamento il sistema industriale rischia di perdere spinta proprio nel momento più delicato. Confindustria chiede 8 miliardi di Euro al Governo.
Il mondo produttivo italiano lancia l’allarme: i principali incentivi che negli ultimi anni hanno sostenuto industria, innovazione e ricerca stanno arrivando al capolinea. Senza nuove risorse, il rischio è quello di lasciare le aziende senza strumenti per reggere la competizione globale.
Orsini (Confindustria): “Serve un piano da 8 miliardi di euro”
A mettere nero su bianco la preoccupazione è stato Emanuele Orsini. Il presidente ha parlato chiaro: “Stanno finendo tutti gli incentivi esistenti” e senza un immediato rifinanziamento il sistema industriale rischia di perdere spinta proprio nel momento più delicato. Da qui la richiesta al governo di nuove misure da 8 miliardi di euro a sostegno delle imprese.
Industria 4.0, 5.0: addio alle leve di crescita
Nel mirino c’è la scadenza di tutte le principali agevolazioni: dal piano Industria 4.0 al più recente Industria 5.0, passando per la Zes unica e il credito d’imposta su ricerca e sviluppo. Strumenti che hanno rappresentato un pilastro per la competitività delle aziende italiane, ma che ora rischiano di dissolversi senza un piano di continuità.
Governo in ritardo, imprenditori in allarme
Orsini ha fatto sapere che sono in corso incontri con l’esecutivo, ma i tempi stringono. Le imprese si chiedono se davvero la prossima manovra sarà in grado di assicurare continuità alle politiche industriali o se si assisterà all’ennesima promessa disattesa. “Gli incentivi stanno finendo e senza un piano serio le aziende rischiano di rimanere scoperte”. La domanda resta sospesa e il tono polemico si fa inevitabile: mentre altri Paesi europei rilanciano con piani strutturali per l’industria, l’Italia sembra ancora una volta inciampare sul più bello. Confindustria avverte: senza incentivi le imprese non innovano, non investono e non creano lavoro. Il governo dovrebbe raccoglierà la sfida o si potrebbe assistere all’ennesimo smantellamento silenzioso delle politiche industriali.
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