Energia e infrastrutture vantaggi per le imprese grazie al ponte con l’Africa


LE IMPRESE

Per questo, il coinvolgimento delle Pmi diventa essenziale. L’Italia finora ha operato nel Continente soprattutto con le sue grandi aziende internazionali, da Enel a Eni, da Fincantieri e Terna, ma con il Piano Mattei si sono intensificati anche i contatti delle piccole e mede imprese di settori produttivi fondamentali per la cooperazione italo-africana, a partire dall’agroalimentare. Per dirla con Patrizia Mauro, da poche settimane Direttore generale di Assafrica in una sua recente intervista, «con una classe media in crescita e tassi di crescita economica superiori a quelli della maggior parte dei Paesi sviluppati, il mercato africano diventerà sempre più appetibile per gli esportatori che cercano di diversificare i propri mercati». La possibilità, dunque, di creare «progetti di filiera a lungo termine nel continente africano, coinvolgendo sempre più le PMI», è di conseguenza una tappa quasi obbligata. Anche perché le condizioni di sostegno economico-finanziario ci sono, come emerge dai numeri snocciolati dall’Ambasciatore Maurizio Saggio, coordinatore della Struttura di missione di Palazzo Chigi durante la recente audizione alle Commissioni Esteri riunite di Camera e Senato. Grazie al coinvolgimento dei privati, sono state infatti messe in campo nuove misure per sostenere le Pmi interessate al Continente. Con Plafond Africa, in particolare, Cassa depositi e prestiti garantisce risorse, con copertura statale al 70%, mentre Simest, con Misura Africa, ha già definito progetti di investimento per 5 milioni.

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