Sono almeno 150 mila le lavoratrici e i lavoratori del Lazio a rischio a causa dei dazi di Trump, di cui oltre 30 mila lavorano presso aziende statunitense che potrebbero lasciare l’Italia. Per questo, servono contromisure immediate per evitare la perdita di migliaia di posti di lavoro. È quanto è emerso nel corso della riunione svoltasi martedì 2 settembre nella Sala Tevere della Regione Lazio.
La riunione sugli effetti dei dazi di Trump
Si sono confrontati al tavolo Roberta Angelilli, vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico, al Commercio, all’Artigianato, all’Industria, all’Internazionalizzazione della Regione Lazio, Alessandro Ridolfi, direttore generale della Regione Lazio, Tiziana Petucci, direttore allo Sviluppo economico, alle Attività produttive e alla Ricerca, Andrea Ciampalini direttore generale di Lazio Innova, Raffaele Trequattrini, commissario del Consorzio industriale del Lazio, sindacati e associazioni datoriali. Tutti sono d’accordo su un punto: i dazi di Trump avranno effetti negativi sull’economia laziale.
Gli effetti dei dazi di Trump
Secondo le stime riportate dalla Cgil Roma e Lazio, sarebbero 150 mila i lavoratori coinvolti delle nuove imposte decise dal presidente statunitense, con perdite fino a 250 milioni di euro. I settori più esposti sono quelli del farmaceutico, con una possibile riduzione del valore delle esportazioni dal Lazio verso gli USA tra il 10% e il 20% nel medio termine. In pericolo anche le aziende dell’agroalimentare, per le quali si stima una contrazione delle esportazioni laziali verso gli USA che potrebbe superare il 15-20%. Riduzione del 5-10% dell’export anche per il settore della meccanica ed elettronica. Soprattutto, tremano circa 30 mila lavoratori impiegati dentro aziende statunitense che potrebbero decidere di tornare “in patria”.
Quali sono le aziende di Roma e del Lazio più a rischio con i dazi di Trump
Se le anticipazioni sull’accordo commerciale tra Unione Europea e Stati Uniti venissero confermate, secondo la Cgil nel Lazio sarebbero a rischio almeno 10 mila posti di lavoro, con un effetto a catena anche su settori non direttamente colpiti dai dazi.
Le proposte della Regione Lazio
Durante l’incontro, Angelilli ha spiegato come la Regione abbia “istituito un tavolo interistituzionale sull’impatto dei dazi sull’economia regionale con la funzione di osservazione e monitoraggio, ma soprattutto finalizzato all’adozione di iniziative molto concrete”. Entro settembre, intanto, è prevista la convocazione del tavolo da parte del presidente Francesco Rocca.
Nell’immediato, l’assessora ha annunciato di aver “più consistenti le misure di supporto alle piccole e medie imprese, raddoppiando l’importo del voucher internazionalizzazione che raggiunge una dotazione di “10 milioni di euro e destinando 20 milioni di euro all’attrazione investimenti nell’ambito del progetto Invest in Lazio” ha spiegato Angelilli.
È stato fatto un bilancio dei fondi del programma regionale Fesr erogati da settembre 2024: “312 milioni di euro sia a fondo perduto sia per l’accesso al credito. Entro dicembre 2025 verranno pubblicati bandi per ulteriori 290 milioni di euro, 170 milioni di euro in fondi europei e 120 milioni di euro per l’accesso al credito attraverso la Banca europea degli investimenti” ha concluso la vicepresidente Roberta Angelilli.
Serve la Zona economica speciale
Secondo Natale di Cola della Cgil quello che serve al Lazio è l’istituzione della Zona economica speciale. Parliamo di aree in cui vengono applicate condizioni fiscali, amministrative e normative agevolate per attrarre investimenti, stimolare la crescita economica e creare occupazione. Il Lazio è letteralmente “circondato”, visto che queste aree sono previste specialmente in Abruzzo e Campania. Non solo, quindi, c’è il rischio che con i dazi molte aziende lascino l’Italia.
Già oggi, infatti, è frequente il fenomeno di aziende che lasciano la regione per trasferirsi proprio in Campania e Abruzzo. Secondo il saldo annuale al 31 luglio 2025, nelle province più esposte sono andate via 186 imprese da Frosinone, 144 da Rieti e 306 da Viterbo.
“Abbiamo ricevuto i primi impegni da parte dell’assessora allo Sviluppo economico e vicepresidente della Regione Lazio, Roberta Angelilli – diceNatale Di Cola, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio – infatti, si è preso l’impegno di rendere operativo e di allargare anche alle organizzazioni sindacali il tavolo interistituzionale, istituito a fine luglio, sull’impatto dei dazi sull’economia regionale, con compiti di approfondimento, monitoraggio, impulso e coordinamento delle politiche di contrasto agli effetti negativi dei dazi sulla realtà socioeconomica regionale”.
È stata accolta “la disponibilità a convocare un incontro tematico sulla Zona economica speciale (Zes), da cui le aree più critiche del nostro territorio e le ex aree della Cassa del Mezzogiorno della nostra regione sono attualmente escluse e che hanno subito ulteriori danni al tessuto economico e sociale, come la delocalizzazione di aziende verso le regioni che beneficiano dei vantaggi della Zes e che ora circondano quasi completamente il Lazio. Anche per questo abbiamo ribadito l’urgenza di rendere operativa la zona logistica semplificata (Zls)”, ha aggiunto il sindacalista.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link