Ad agosto si è registrato un lievissimo calo nella spesa media del gas per le famiglie calabresi, grazie all’introduzione delle nuove tariffe per gli utenti vulnerabili. Ma parlare di sollievo è fuori luogo: la realtà dice che la crisi energetica non è affatto superata.
Secondo i dati diffusi dal Codacons, una famiglia tipo in Calabria consuma in media 1.100 metri cubi di gas all’anno, per una bolletta che si attesta intorno ai 1.181 euro annui. Rispetto a luglio, si tratta di un risparmio di appena 15 euro: un’inezia, che non cambia il quadro complessivo.
Dal 2021 a oggi: +250 euro a famiglia
Il confronto con i dati pre-crisi fa ancora più impressione. Rispetto al 2021, anno precedente allo scoppio dell’emergenza energetica, il prezzo del gas è aumentato del 27,2%, pari a un aggravio di circa 250 euro all’anno per famiglia.
Un dato che diventa ancor più pesante se si guarda al contesto: la Calabria è tra le regioni con la maggiore incidenza di povertà energetica, e l’aumento delle bollette va a colpire proprio chi ha meno strumenti per farvi fronte.
Bollette da 1.803 euro per i vulnerabili
A questi numeri vanno aggiunti quelli della spesa elettrica. Per un consumo medio di 2.000 kWh annui, le famiglie calabresi pagano circa 622 euro di luce all’anno.
La somma è presto fatta: tra gas ed energia elettrica, una famiglia vulnerabile arriva a spendere 1.803 euro all’anno. Una cifra che rappresenta un vero macigno per il bilancio mensile di migliaia di nuclei familiari nella regione.
Il Codacons: “Stato assente, servono misure urgenti”
Di fronte a questi dati, il Codacons alza il tono della denuncia: “Le famiglie calabresi continuano a fronteggiare spese energetiche molto elevate, con un impatto devastante sul tessuto socio-economico della regione”.
L’associazione chiede un intervento immediato da parte delle istituzioni, sia a livello regionale che nazionale, con misure concrete di sostegno a famiglie e imprese: “Non bastano più bonus a pioggia o soluzioni-tampone. Serve una strategia strutturale per affrontare il caro energia e tutelare i soggetti più fragili”. La fotografia scattata dal Codacons è chiara: la crisi energetica ha ampliato il divario sociale e messo a nudo l’insufficienza delle politiche pubbliche in materia di energia.
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