Lanciata da Cina e Russia nel 2001, l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (Sco) è un forum di promozione su sicurezza e cooperazione nella regione eurasiatica. Pechino ha a lungo tentato di presentare il summit come un contrappeso ai blocchi guidati dall’Occidente e ha spinto per una più stretta e ampia collaborazione tra i suoi attuali 10 membri (Bielorussia, Cina, India, Iran, Kazakistan, Kyrgyzstan, Pakistan, Russia, Tajikistan e Uzbekistan). La Sco prevede anche dei paesi osservatori (Afghanistan e Mongolia) e dei partner di dialogo (Azerbaijan, Armenia, Bahrain, Egitto, Cambogia, Qatar, Kuwait, Maldive, Myanmar, Nepal, Emirati Arabi, Arabia Saudita, Turchia e Sri Lanka).
“Sarà adottata la Dichiarazione di Tianjin e una strategia di sviluppo decennale”, basata su temi chiave come “diplomazia di vicinato, più cooperazione regionale, rafforzamento istituzionale e contrasto alle minacce transnazionali”, ha detto il viceministro degli Esteri Liu Bin.
Attraverso il vertice, la Cina spera di “stimolare lo slancio verso la cooperazione e, grazie alla stabilità e alla resilienza della Sco, rispondere ai fattori incerti e imprevedibili del contesto internazionale”, ha proseguito Liu.
“Nel mondo odierno, le obsolete mentalità egemoniche, a somma zero e di potere politico hanno ancora influenza, con alcuni Paesi che cercano di dare priorità ai propri interessi sugli altri, minacciando seriamente pace e stabilità mondiali”, ha notato il viceministro con un velato riferimento agli Stati Uniti. Tuttavia, “quanto più complessa e turbolenta diventa la situazione internazionale, tanto più i Paesi devono rafforzare la loro solidarietà e cooperazione per promuovere uno sviluppo comune”, ha concluso il viceministro.
L’incontro si svolge pochi giorni prima di una grande parata militare nella vicina capitale Pechino per celebrare gli 80 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
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