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Tommaso Foti, ministro per gli Affari Ue, in una intervista alla “Stampa” fissa le priorità in vista dell’autunno caldo per l’export imposto da Washington: “L’Europa deve compensare le imprese e abbattere i propri dazi interni”, scandisce. Nel mirino anche la Bce, chiamata a intervenire con strumenti straordinari: “L’impatto arriverà, ma possiamo lavorare per attutirlo. Che i dazi siano negativi lo sappiamo e lo abbiamo già detto. Detto ciò, non dovremmo dimenticare che il mercato Usa pesa per il 12 per cento del nostro export. E’ tanto, ma non è tutto. Il sistema Italia dovrà saper sfruttare i due vantaggi che ha — la varietà dei prodotti e il marchio Made in Italy — per rilanciarsi attraverso competitività e innovazione. L’ambizione per i prossimi anni – continua – è arrivare a 700 miliardi di euro di export (oggi siamo a 623) e per farlo servirà aprirci di più all’Asia, all’India, al Giappone, al Messico, al Brasile, all’Arabia Saudita. C’è poi il trattato Mercosur. Questo succederà: allargheremo il nostro raggio d’azione attraverso nuove partnership economiche”. Quanto al ruolo dell’Europa: “Continuerà a negoziare con gli Usa, per le compensazioni il presupposto ora è uno solo: è presto. Pensiamo ai vini, dove ci sono accordi ancora da finalizzare. Serviranno misure compensative, certo, ma più avanti. E’ l’Europa che deve farsi carico degli squilibri, tenendo conto che in base ai prodotti e all’export non tutti i Paesi sono colpiti allo stesso modo. In parallelo – continua – Bruxelles deve recuperare margini di produttività e abbattere i dazi ‘interni’: quelli della burocrazia, che secondo Mario Draghi pesano quanto i dazi americani. Sul tavolo ci sono già quattro pacchetti normativi Ue: auspichiamo entrino presto in vigore. E serve anche che la Bce affronti la sopravvalutazione dell’euro, magari con quantitative easing o un significativo ulteriore taglio dei tassi per bilanciare il rapporto tra euro e dollaro. Quello dei dazi è un fronte complesso, da affrontare su più piani”.
Intanto in Cina si riuniscono Russia, India e Pakistan: “Va consolidandosi un nuovo ordine multipolare che, solo prendendo i presenti di oggi, vale 500 miliardi di dollari di interscambio. Ma poi ci sono anche i Brics allargati a Egitto, Etiopia, Arabia Saudita, Emirati. E’ un segnale che l’Occidente deve valutare seriamente, ripensando che futuro immagina per sé stesso, non solo registrare come cronaca”. Per quanto riguarda infine le priorità per i prossimi mesi: “La priorità è la legge di bilancio: siamo ancora alle fasi preparatorie, ma sarà il provvedimento centrale. I retroscena creano solo confusione, ciò che conta è che la prudenza con cui abbiamo gestito i conti in questi tre anni è stata riconosciuta dalle agenzie di rating e dalla stampa internazionale. L’opposizione può non gradirlo, ma è un dato di fatto” conclude Foti.
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