Per “dumping fiscale” si intende una pratica attraverso la quale uno Stato attua una politica fiscale con agevolazioni molto vantaggiose (come aliquote basse o nulle) per attrarre contribuenti, aziende o capitali provenienti da altri Paesi. L’obiettivo è spingere soggetti con alto reddito o grandi patrimoni a trasferire la loro residenza fiscale in quello Stato, beneficiando di minori tasse e generando così benefici economici interni, ad esempio maggiori entrate dalle imposte dirette pagate e dai consumi locali crescenti.
Dal 2017 l’Italia dispone di un regime fiscale molto vantaggioso per i grandi patrimoni. Non si tratta di meccanismi fiscali volti ad attrarre investimenti aziendali, ma di alcuni soggetti privati che possono beneficiarne. Noto da quando la stella del calcio Cristiano Ronaldo ne ha beneficiato durante il suo trasferimento alla Juventus nel 2018, il principale meccanismo di attrattività italiano risiede nell’imposta forfettaria sui redditi prodotti all’estero. Inizialmente fissato a 100.000 euro, questo contributo annuo è stato tuttavia aumentato a 200.000 euro nell’agosto 2024.
La Francia, tramite il suo primo ministro François Bayrou, contesta all’Italia di condurre una politica di dumping fiscale. Secondo Bayrou, l’Italia avrebbe introdotto misure come la flat tax attrattiva per persone molto ricche, che favorirebbe un “nomadismo fiscale”: persone con elevati patrimoni si spostano fiscalmente in Italia per pagare meno tasse. La Francia accusa l’Italia di ribassare le aliquote fiscali in modo tale da ridurre la pressione fiscale rispetto ad altri Paesi, danneggiando in tal modo la Francia. Questa accusa è stata respinta da Palazzo Chigi definendola “infondata” e sottolineando la stabilità e la credibilità dell’economia italiana rispetto ad altri Paesi.
Anche Portogallo e Grecia attuano politiche fiscali attrattive
L’Italia non è l’unica ad aver utilizzato incentivi fiscali per attrarre espatriati. Il Portogallo ha introdotto un regime di esenzione fiscale totale sui redditi percepiti all’estero per dieci anni nel 2009, attraendo pensionati e investitori da tutto il mondo. Ma l’insostenibile pressione sui prezzi immobiliari ha infine spinto Lisbona a rivedere gradualmente la sua politica , eliminando tutte le agevolazioni fiscali per i nuovi arrivati a partire dal 2024. Anche la Grecia, da parte sua, propone un’imposta fissa del 7% sui redditi percepiti all’estero, per un periodo di 15 anni.
La tassa Zucman, proposta in Francia dall’economista Gabriel Zucman e sostenuta dalla sinistra, mira a introdurre un’imposta minima del 2% sul patrimonio di chi possiede più di 100 milioni di euro in Francia. Includerebbe le azioni detenute dai dirigenti e interesserebbe circa 1.800 persone, con un ritorno stimato per lo Stato compreso tra 15 e 25 miliardi di euro , secondo il disegno di legge presentato dai Verdi all’inizio di quest’anno. Sebbene il Senato l’abbia respinta il 12 giugno, si prevede che la misura sarà nuovamente discussa durante i negoziati sul bilancio 2026.
Perché il governo francese rischia di cadere sulla manovra economica
L’economia francese si trova in difficoltà, con una crescita molto debole del PIL prevista intorno allo 0,6% per il 2025 e un aumento della disoccupazione fino al 7,7%. La Francia affronta un alto debito pubblico, oltre il 110% del PIL, e un deficit di bilancio stabile oltre il 5%. La crescita anemica e le tensioni sociali, unite a un forte debito e al rischio di crisi politica, stanno creando un quadro di grande instabilità economica e finanziaria.
Bayrou ha proposto un rigoroso piano di austerità da 44 miliardi di euro per il bilancio 2026, che prevede tagli alla spesa pubblica (compresi tagli alle assunzioni nel settore pubblico), congelamento delle pensioni, non indicizzazione delle aliquote fiscali e perfino l’abolizione di due giorni festivi. L’obiettivo è ridurre il deficit pubblico dal 5,4% al 4,6% nel 2026 e abbattere il debito pubblico, ma il piano ha incontrato un’opposizione trasversale da parte dei principali partiti politici e sindacati, che ne contestano l’impatto sociale e politico.
Bayrou stesso ha chiesto un voto di fiducia sull’8 settembre, rischio che in caso di bocciatura il governo possa cadere con conseguenze gravissime per l’economia francese, inclusa la possibile richiesta di assistenza al Fondo Monetario Internazionale.
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