Roma, 1 settembre 2025 – In vista dell’anno scolastico 2025/2026, torna al centro del dibattito il tema del costo dei libri di testo scolastici e delle misure di sostegno per le famiglie italiane. Il Governo sta valutando l’introduzione di una detrazione fiscale al 19% sull’acquisto dei testi scolastici, un’ipotesi che potrebbe concretizzarsi con la prossima legge di Bilancio. L’obiettivo è alleggerire l’onere economico per le famiglie alle prese con un aumento dei prezzi in linea con l’inflazione.
Detrazione al 19% sui libri scolastici: le novità allo studio
L’ipotesi di introdurre una detrazione fiscale del 19% sull’acquisto dei libri di testo è stata anticipata dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, durante un’audizione a fine luglio. Attualmente, la normativa consente già la detrazione per spese legate alla scuola, come tasse di iscrizione, gite, mensa, scuolabus e corsi opzionali di lingue, teatro e musica, ma non include i libri di testo, gli zaini, gli astucci e il materiale di cancelleria.
Il progetto prevede di ampliare il perimetro delle spese detraibili, portandolo a comprendere anche i libri scolastici. I tecnici del ministero sono al lavoro per effettuare simulazioni e definire i criteri di accesso alla detrazione, che potrebbe essere modulata in base all’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) delle famiglie. Inoltre, si sta valutando un tetto massimo per la detrazione, ipotizzato intorno ai 1.000 euro di spesa scolastica per figlio, con un beneficio fiscale stimato di circa 190 euro.
Questa misura si inserisce in un contesto di crescente attenzione verso la sostenibilità economica dell’istruzione, anche alla luce degli aumenti dei costi per le famiglie.
Aumento dei prezzi dei libri in linea con l’inflazione
Secondo i dati forniti dall’Associazione Italiana Editori (AIE), la spesa media per i libri scolastici nel 2025 si attesta a 190 euro l’anno per la scuola secondaria di primo grado. Per le scuole secondarie di secondo grado, le cifre variano: 279 euro annuali per i licei, 241 euro per gli istituti tecnici e 167 euro per gli istituti professionali. Questi importi escludono l’acquisto dei dizionari.
L’aumento dei prezzi registrato rispetto al 2024 è dell’1,7% per la secondaria di primo grado e dell’1,8% per la secondaria di secondo grado, incrementi che risultano sostanzialmente in linea con l’inflazione, che a luglio 2025 si è attestata al 1,7% (dati Istat preliminari).
Giorgio Riva, presidente del gruppo Educativo di AIE, ha sottolineato come sia necessario affrontare il tema del diritto allo studio con dati corretti, evitando di confondere la spesa per i libri con quella per altri materiali scolastici come zaini e quaderni, che possono variare molto a seconda delle scelte delle famiglie. Inoltre, Riva ha evidenziato che dal 2021 al 2024 i prezzi dei libri di testo sono aumentati meno della metà dell’inflazione cumulata nello stesso periodo (7,5% e 8,2% rispettivamente per le scuole secondarie di primo e secondo grado contro il 14,7% di inflazione).
Secondo il presidente di AIE, le imprese editoriali non possono sostenere da sole il costo del diritto allo studio, rendendo indispensabile un intervento pubblico che preveda sia la detrazione fiscale per tutte le famiglie, sia una maggiore efficienza nella distribuzione degli aiuti alle famiglie in condizioni di povertà assoluta.
Contestualizzazione e prossimi passi
Il ministro Giuseppe Valditara, in carica dal 22 ottobre 2022, ha assunto un ruolo centrale nel governo Meloni nelle politiche riguardanti l’istruzione e il merito. La proposta della detrazione fiscale sui libri di testo si inserisce nel quadro delle iniziative volte a sostenere le famiglie e migliorare il sistema scolastico italiano, che negli ultimi anni ha visto diverse riforme e novità, come la riorganizzazione degli istituti tecnici e il potenziamento dei collegamenti tra scuola e mondo del lavoro.
Nei prossimi mesi, con l’avvicinarsi della definizione della legge di Bilancio 2026, si attendono aggiornamenti sulle modalità di applicazione della detrazione e sui criteri di accesso, in un contesto che vede anche la riapertura delle iscrizioni ai servizi scolastici come lo scuolabus, in scadenza a ottobre 2025 in diversi comuni.
L’attenzione resta alta sull’equilibrio tra sostenibilità economica per le famiglie e il diritto allo studio, con il Governo impegnato a trovare soluzioni concrete e dati affidabili per supportare adeguatamente gli studenti italiani.
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