Educazione digitale: un vantaggio per la sanità e la difesa dei diritti


L’evoluzione digitale è stata rapida e trasversale, trasformando il modo in cui comunichiamo, lavoriamo, ci formiamo e accediamo ai servizi. Questo cambiamento richiede non solo infrastrutture tecnologiche, ma soprattutto persone preparate a usare in modo consapevole e sicuro le opportunità offerte dal digitale. “ALL Digital (https://all-digital.org/) è una rete che rappresenta oltre 25.000 centri di competenza digitale in tutta Europa e lavora per un obiettivo chiaro: garantire che tutti i cittadini possano accedere alle competenze digitali necessarie per vivere, lavorare e partecipare pienamente nella società contemporanea – spiega Marianna Marcucci, presidente di ALL Digital ed esperta di comunicazione digitale in particolare nei settori del Turismo e della Cultura  –. È su questo che si concentra la nostra azione: promuovere inclusione e competenze per favorire l’accesso a diritti, servizi e opportunità per tutti (https://all-digital.org/get-involved/).”

Premio “Digital Skills Policy” all’associazione Rete Malattie Rare Odv

Associazione Rete Malattie Rare Odv (https://retemalattierare.it/) ha partecipato anche quest’anno all’iniziativa ALL Digital Weeks 2025, vincendo il premio “Digital Skills Policy. L’evento di premiazione per le Digital Weeks si terrà l’11 settembre 2025 a Malta, durante l’All Digital Summit (https://all-digital.org/summit-2025/). I vincitori saranno premiati e le loro iniziative per l’inclusione digitale saranno celebrate di fronte a oltre 300 partecipanti provenienti da tutta Europa. Le categorie di premi includono Digital, Digital Upskilling, AI & Emerging Tech, Digital Well-being e Digital Skills Policy.

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Educazione Digitale e l’opinione di Marianna Marcucci

 “Rete Malattie Rare Odv è stata premiata perché rappresenta un esempio concreto che la formazione digitale può migliorare la vita delle persone più fragili – sottolinea la presidente Marcucci –. L’associazione ha saputo integrare strumenti innovativi e percorsi formativi per pazienti e famiglie, facilitando l’accesso ai servizi sanitari digitali e promuovendo la conoscenza dei diritti. Questa iniziativa risponde pienamente alle priorità europee: inclusione, empowerment e salute digitale. Con il premio vogliamo valorizzare il loro contributo e incoraggiare altre realtà a seguire questo modello, dimostrando che la trasformazione digitale può e deve essere inclusiva.”

Presidente Marcucci, l’educazione digitale è sempre più determinante a livello professionale, anche nei settori sanitario, socio-sanitario e sociale, e per l’esercizio dei diritti di cittadinanza. Perché?

“Oggi le competenze digitali non sono più opzionali, ma essenziali. In ambito professionale, l’uso delle tecnologie è ormai parte integrante di quasi ogni lavoro, compreso quello sanitario e sociale, dove strumenti digitali supportano diagnosi, assistenza a distanza e gestione dei dati. Ma la questione va oltre il lavoro: la digitalizzazione riguarda la vita quotidiana e i diritti di cittadinanza. Poter accedere ai servizi online della pubblica amministrazione, prenotare visite mediche, consultare il fascicolo sanitario elettronico, significa essere parte della società. Chi non possiede queste competenze rischia l’esclusione sociale e sanitaria. Formare la cittadinanza e chi opera nel settore è quindi fondamentale per garantire inclusione e uguaglianza di accesso”.

Qual è il rapporto attuale tra digitalizzazione e intelligenza artificiale? Quali sono i rischi di una implementazione sempre più estesa dell’AI?

“La digitalizzazione crea l’infrastruttura e i dati su cui l’intelligenza artificiale si sviluppa. L’AI, a sua volta, accelera e trasforma processi digitali, rendendo possibili servizi personalizzati e analisi predittive che prima erano impensabili. In sanità, per esempio, consente diagnosi più rapide e piani di cura più efficaci. Tuttavia, ci sono rischi importanti: bias negli algoritmi, uso improprio dei dati, scarsa trasparenza nelle decisioni automatizzate. È fondamentale adottare un approccio etico, regolamentato e inclusivo, come indicato dall’AI Act europeo. L’obiettivo è sfruttare i vantaggi dell’AI proteggendo diritti, privacy e sicurezza della cittadinanza”.

In campo sanitario, sociosanitario e sociale, quali iniziative avete realizzato per sostenere l’educazione digitale di cittadine e cittadini europei, secondo le indicazioni della Commissione?

“ALL Digital è attivamente coinvolta in progetti europei che mirano a rafforzare le competenze digitali in contesti sanitari e sociali, rispondendo così alle priorità indicate dalla Commissione Europea. Con il progetto CARER, sta sviluppando strumenti per migliorare le competenze digitali dei caregiver, affinché possano utilizzare piattaforme online e applicazioni digitali per assistere meglio le persone di cui si prendono cura. Attraverso SMART Ageing CARE, lavora sull’uso delle tecnologie digitali per promuovere un invecchiamento attivo e sicuro, con soluzioni che supportano l’autonomia delle persone anziane. Con IDEAHL, contribuisce alla co-creazione di strategie per migliorare la health literacy digitale, ossia la capacità della cittadinanza di accedere, comprendere e utilizzare in modo efficace le informazioni sulla salute. Infine, con EQUALS-EU sostiene l’uguaglianza di genere nelle competenze digitali, promuovendo anche percorsi formativi che includono il settore sanitario e sociale. Questi progetti dimostrano come la formazione digitale sia un pilastro per la partecipazione, l’inclusione e la salute, contribuendo a offire a chi vive in Europa più preparazione e consapevolezza nell’uso delle tecnologie”.

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Come sta evolvendo l’iniziativa ALL Digital Weeks? Ci può descrivere le caratteristiche più marcate dell’edizione 2025?

All Digital Weeks 2025” si è svolta dal 17 marzo al 4 aprile ed è una delle più importanti campagne europee di sensibilizzazione dedicate alle competenze digitali. È un’iniziativa che ha radici lontane: è attiva dal 2010 e, da allora, ha supportato quasi un milione e mezzo di persone nel primo accesso a internet o nel miglioramento delle proprie competenze digitali. Per l’edizione di quest’anno, abbiamo scelto il motto “Enhance your digital skills“. È un messaggio chiaro e inclusivo, un invito rivolto a chiunque viva in Europa, a sviluppare competenze digitali, sia di base che avanzate. L’obiettivo è quello di offrire strumenti concreti per migliorare le prospettive professionali, favorire una partecipazione attiva nella società e contribuire a una crescita economica sostenibile”.

Per raggiungere gli obiettivi stimolando la partecipazione dei cittadini europei è strategico un lavoro di rete?

“Nel 2025, la campagna vede il coinvolgimento di partner internazionali e nazionali, insieme a numerose organizzazioni in tutta Europa. Questo lavoro di rete è fondamentale per sensibilizzare sull’urgenza di fornire a cittadini e cittadine le competenze digitali necessarie per affrontare con consapevolezza il mondo dello studio, del lavoro e dell’inclusione sociale. Come sottolineato anche da Europass, oggi oltre il 90% dei lavori richiede almeno un livello base di competenze digitali: questo rende la nostra missione ancora più importante. Dopo il successo dell’edizione 2024, in cui abbiamo approfondito temi cruciali come la democrazia digitale, la partecipazione civica e l’impatto sociale dell’intelligenza artificiale, quest’anno abbiamo voluto concentrarci sul concetto di “Educated Digital Citizens“. Vogliamo sottolineare quanto sia essenziale che ogni persona in Europa affronti la trasformazione digitale con fiducia, in modo responsabile e informato. Inoltre, l’edizione 2025 della campagna si inserisce perfettamente nel contesto dell’Anno Europeo dell’Educazione alla Cittadinanza Digitale, promosso dal Consiglio d’Europa, e sostiene anche l’attuazione di alcune delle azioni previste dal Piano d’Azione per l’Istruzione Digitale 2021-2027 della Commissione Europea. In questo modo, contribuiamo concretamente a rafforzare le competenze digitali in tutta Europa, per una società sempre più inclusiva, equa e connessa”.

Il fascicolo sanitario elettronico europeo: quali vantaggi implica e quali difficoltà si stanno registrando nell’implementazione? Vi sono differenze di risposta da parte dei diversi Stati?

“Il Fascicolo Sanitario Elettronico europeo rappresenta un passo avanti verso una sanità più integrata e centrata sul paziente. Consente alle persone di accedere ai propri dati sanitari in modo sicuro ovunque si trovino in Europa, favorendo continuità assistenziale e diagnosi più rapide. Le difficoltà principali riguardano l’interoperabilità tra i sistemi nazionali, la protezione dei dati e l’adeguamento delle infrastrutture tecnologiche. È una sfida complessa, ma strategica per la sanità del futuro, che richiede cooperazione tra istituzioni, aziende e cittadini”.

In Italia vi è attenzione ai processi di educazione digitale soprattutto in campo sanitario, sociosanitario e sociale? Tali processi in quale modo e perché possono favorire percorsi di cittadinanza attiva?

“Sì, in Italia si registra una forte spinta verso la digitalizzazione della sanità, grazie agli investimenti del PNRR e alle politiche europee. Tuttavia, la vera sfida è rendere queste innovazioni accessibili. Non basta introdurre nuove tecnologie: occorre formare cittadinanza e chi opera nel settore, altrimenti il divario digitale rischia di aumentare. Quando una persona sa usare il fascicolo sanitario elettronico, prenotare prestazioni online, consultare referti e dialogare con il personale professionale, diventa più consapevole e partecipe. Questo favorisce percorsi di cittadinanza attiva, perché la tecnologia non sostituisce le persone, ma le rende più autonome e informate”.

Quali sono gli scenari che si possono aprire per l’educazione digitale in campo sanitario, sociosanitario e sociale?

“Il futuro sarà caratterizzato da percorsi formativi sempre più personalizzati e modulari, pensati sia per la cittadinanza sia per il personale professionale sanitario. Le nuove sfide, come la telemedicina, l’uso dell’intelligenza artificiale e la gestione dei dati in sicurezza, richiedono competenze specifiche e aggiornate. Vedremo sempre più corsi certificati, piattaforme di e-learning e iniziative ibride, integrate con le politiche europee per la salute digitale. La chiave sarà garantire accessibilità e inclusione, per evitare che le innovazioni tecnologiche creino nuove barriere”.

Quale ruolo potrebbe rivestire l’associazione Rete Malattie Rare Odv e a quali obiettivi di ALL Digital potrebbe contribuire in modo specifico?

“RMR Odv può avere un ruolo fondamentale come modello di inclusione digitale in sanità, rivolgendosi a persone con bisogni complessi come chi soffre di una malattia rara. Può contribuire agli obiettivi di ALL Digital promuovendo competenze digitali utili per accedere a cure, informazioni e servizi, riducendo il rischio di isolamento. Questa collaborazione è un esempio concreto di come il digitale possa diventare uno strumento di empowerment sociale e di cittadinanza attiva. È proprio questa la missione di ALL Digital: garantire che la trasformazione tecnologica sia un’opportunità per la collettività”.





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