Piemontese, 50 anni, vive a Milano. Laureata in Lettere, ha maturato una lunga esperienza in sviluppo sostenibile, gestione sostenibile delle filiere produttive, management di Enti del Terzo Settore e marketing sociale.
Dal 2018 è presidente della Cooperativa Sociale Alice, premiata nel 2023 per la categoria “Donne nel Sociale” come miglior progetto di empowerment femminile tra le imprese sociali nazionali. Nel 2024 è stata tra le fondatrici di Ethicarei, la prima filiera etica del made in italy garantita da Fair Trade.
ore 5.45
«Mi sveglio prestissimo, infilo le scarpe e vado a correre. Abito a Milano, vicino al Naviglio Grande che a quell’ora è bellissimo. In genere corro per una decina di chilometri e poi torno a casa per una doccia e per godermi una colazione ricchissima. I miei amici, infatti, mi dicono sempre che preferiscono portarmi fuori a cena che a colazione».
ll Naviglio Grande, dove Caterina Micolano va a correre, al mattino presto mostra un volto sorprendente.
ore 9
«Mi tuffo nel lavoro. In questo momento sono molto impegnata con l’avvio del progetto di Ethicarei nel carcere di Bollate, dove abbiamo inaugurato l’Academy, un laboratorio sartoriale gestito dalla Cooperativa Alice, in cui le detenute ricevono una formazione professionale di alto livello in ambito tessile, grazie alla collaborazione con maestranze provenienti da aziende del lusso e da istituti di design come lo IED (Istituto Europeo di Design). Stiamo sviluppando il progetto anche con altre sartorie sociali che lavorano in diversi penitenziari, come quelli della Giudecca, di Pozzuoli (case di reclusione interamente femminili, ndr) alla Dozza di Bologna e a Torino. L’obiettivo è creare una filiera del lusso etico, realizzando prodotti di qualità, abbigliamento, pelletteria, calzature. E farlo, aiutando le donne recluse a imparare un lavoro molto qualificato, secondo il saper fare italiano, che le doti di un curriculum appetibile una volta “fuori” ».
Caterina Micolano, imprenditrice sociale (Ph: Damiano Andreotti).
ore 13
«Il mio ufficio è un po’ come una casa dove posso mangiare, farmi una doccia, tenere gli abiti di ricambio, utili se devo uscire per un pranzo di lavoro o se ho degli appuntamenti serali per eventi. Per questo mi ci fermo tutto il giorno, senza staccare fino alle 19.30. Ho iniziato da poco a occuparmi di imprenditoria sociale anche nella musica, un settore per me nuovo. Già da giugno facciamo promozione agli spettacoli, distribuendo gadget etici, promuovendo il tema della sostenibilità sociale. Il nostro obiettivo è far lavorare assieme il mondo del no profit e le realtà imprenditoriali. L’integrazione del mondo delle imprese profit con quelle tradizionali è l’obiettivo che mi spinge, e il nostro lavoro è agevolato dal Codice del Terzo Settore, che consente alle aziende di trarre benefici fiscali da questa sinergia».
Cooperativa Alice, laboratori di sartoria (Ph: Marco Garofalo)
ore 20
«Quando torno a casa, magari dopo giornate impegnative all’interno delle carceri, cerco di lasciare sulla soglia le storie e gli incontri che possono aver richiesto molte energie emotive.
Per imparare a tenere i nostri spazi, a elaborare quello che accade sul lavoro senza farsene travolgere, assieme al mio staff siamo seguiti da professionisti del benessere mentale. Quindi, a casa mi dedico alla mia famiglia, cucino e resto in loro compagnia. Due volte al mese con Progetto Arca che incontra e dà appoggio ai senza dimora faccio il giro serale per le strade di Milano».
Una scena del film Diamanti di Ferzan Özpetek.
ore 22.30
«È il mio coprifuoco. Oltre, crollo. Questo non mi impedisce di uscire alla sera, o di andare al cinema. Per esempio, con le socie della Cooperativa Sociale Alice ho visto Diamanti, una bella storia di sarte come noi».
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