Il principio è semplice: chi investe e crea lavoro paga meno. Ora diventa legge. È stato infatti firmato il decreto ministeriale che rende operativa l’Ires premiale, la misura introdotta in via sperimentale con l’ultima legge di bilancio. Il provvedimento prevede uno sconto di 4 punti percentuali sull’Ires, che passa dal 24 al 20%, per le imprese che decidono di aumentare la propria capacità produttiva e assumere nuovo personale.
Ires premiale, arriva il decreto: chi investe e assume pagherà meno tasse
Ad annunciarlo è il viceministro all’Economia Maurizio Leo, che rivendica la coerenza di fondo dell’intervento: «Fin dal suo insediamento, questo governo ha stabilito una rotta ben chiara: premiare chi scommette sulla produttività e sulla crescita della Nazione. Chi più assume e investe, meno paga».
Un incentivo al rilancio produttivo
Il decreto – spiega il Mef – è il risultato di un confronto durato mesi con le imprese e le associazioni di categoria. L’obiettivo dichiarato è stimolare gli investimenti produttivi, in particolare quelli legati a beni strumentali, nuove tecnologie e forza lavoro qualificata.
L’agevolazione, tuttavia, non sarà automatica: per ottenere lo sconto sarà necessario dimostrare un incremento effettivo e documentato della produzione e dell’occupazione. Il beneficio si applicherà su base annuale, ma potrà essere mantenuto nei successivi periodi d’imposta, a condizione che vengano confermati i requisiti.
Le condizioni per accedere allo sconto
Tra le novità più rilevanti contenute nel decreto, c’è un ampliamento delle tempistiche per l’interconnessione dei beni strumentali: una misura pensata per aiutare le aziende nella fase di transizione digitale e per compensare eventuali ritardi tecnici o logistici. Inoltre, il testo disciplina anche i casi di operazioni straordinarie (fusioni, scissioni, trasformazioni societarie) e consente alle imprese di utilizzare le perdite pregresse nel calcolo complessivo.
Non si tratta quindi di un bonus “una tantum”, ma di un meccanismo strutturato, pensato per accompagnare le imprese in una fase economica in cui la competitività passa sempre di più per la capacità di investire e innovare.
Una misura sperimentale, ma con ambizioni di sistema
L’Ires premiale rappresenta, di fatto, una prima applicazione concreta del nuovo fisco “premiale” più volte evocato dal governo. Un fisco che, nelle intenzioni, premia i comportamenti virtuosi piuttosto che punire quelli passivi. Se la misura avrà successo, potrebbe essere estesa o resa strutturale nei prossimi anni, entrando a far parte stabilmente del quadro delle agevolazioni fiscali italiane.
«È un passo avanti importante – sottolinea Leo – che dimostra come lo Stato possa accompagnare le imprese in un percorso di sviluppo senza rinunciare al rigore, ma premiando chi fa la propria parte».
Il decreto è ora in vigore e, nelle prossime settimane, sarà seguito da una circolare interpretativa dell’Agenzia delle Entrate per dettagliare le modalità applicative. Gli effetti concreti si vedranno già con le prossime dichiarazioni dei redditi, ma per le imprese che guardano al medio periodo potrebbe essere un segnale atteso: investire conviene, anche al fisco.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link