Una svolta storica per l’agricoltura italiana: per la prima volta l’Unione europea consentirà di utilizzare i fondi di coesione per finanziare direttamente la gestione idrica e la realizzazione di bacini di accumulo. A darne notizia è il presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, che durante il Forum in Masseria a Manduria, in Puglia – una delle aree più colpite dalla crisi climatica – ha annunciato l’importante risultato raggiunto grazie al confronto con il vicepresidente della Commissione europea Raffaele Fitto.
«Negli ultimi tre anni i danni provocati dai cambiamenti climatici all’agricoltura italiana hanno superato i 20 miliardi di euro, e il caldo estremo di queste settimane ne è l’ennesima dimostrazione – ha dichiarato Prandini –. Per questo accogliamo con grande soddisfazione l’apertura dell’Europa: i bacini di accumulo sono uno strumento indispensabile per trattenere l’acqua nei periodi di pioggia e renderla disponibile nei momenti critici. Anche l’Ue riconosce ora che l’acqua è un bene strategico per l’agricoltura e per la crescita dell’intero Paese».
Il via libera comunitario segna un cambio di passo epocale per rafforzare la resilienza delle imprese agricole, proteggere i raccolti e garantire una gestione sostenibile delle risorse idriche, coerente con gli obiettivi europei di adattamento climatico e tutela del territorio.
Un risultato che trova il pieno plauso anche da parte di Coldiretti Piacenza.
«È un importante riconoscimento del lavoro portato avanti dalla nostra organizzazione a tutti i livelli – sottolinea il direttore Roberto Gallizioli –. Siamo di fronte a una vera e propria emergenza strutturale che colpisce anche il nostro territorio. Maggio e giugno si sono chiusi senza piogge significative, e l’ondata di caldo torrido che solo negli ultimi giorni ha dato tregua ha aggravato una situazione già critica per colture come mais, pomodoro e foraggi».
Gallizioli ricorda l’intervento urgente attivato con l’erogazione di 2,5 milioni di metri cubi d’acqua dalla diga del Brugneto, risultato ottenuto anche grazie all’azione di Coldiretti Piacenza, ma avverte: «Non possiamo più accontentarci di soluzioni tampone. Serve una strategia di lungo periodo, con infrastrutture moderne, regolamenti chiari e una governance idrica che coinvolga direttamente gli agricoltori. Il via libera europeo ai bacini di accumulo va esattamente in questa direzione».
Nei distretti piacentini dell’Arda e del Trebbia, le restrizioni legate alle portate naturali e ai deflussi minimi obbligatori continuano a mettere in ginocchio le aziende agricole. «La siccità non è più un’eccezione, è la nuova normalità – conclude Gallizioli –. Coldiretti continuerà a lavorare con determinazione affinché le istituzioni riconoscano le reali esigenze del settore primario e accompagnino i cambiamenti necessari con politiche adeguate e investimenti mirati».
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