Un viaggio straordinario, una sfida fisica e mentale tra le vette più alte del mondo. L’ex sindaco di San Benigno Canavese ed ex preside dell’Istituto Aldo Moro di Rivarolo, Alberto Focilla, è da poco rientrato da una spedizione in bicicletta lungo l’Himalaya indiano. Con lui, un gruppo di amici di vecchia data, uniti da un’amicizia nata ai tempi dell’università.
Claudio Mossino, Pier Giorgio Dughera, Gianni Peirone e Vincenzo Lombardo (entrato nel gruppo l’8 luglio), insieme a Giorgio Binello (presente fino al 30 giugno), sono i compagni di un’avventura iniziata a metà giugno, con un volo da Milano Malpensa a Delhi, e durata ben 36 giorni. Tutti ex studenti di Informatica negli anni ’80, oggi hanno scelto di misurarsi con una delle sfide più affascinanti e impegnative del ciclismo d’altura: attraversare l’Himachal Pradesh e il Ladakh in sella alle proprie biciclette.
Tra villaggi, monasteri e passi oltre i 5.000 metri
Il percorso ha preso il via da Rampur, ai piedi dell’Himalaya, e ha condotto il gruppo tra scenari mozzafiato, villaggi sospesi nel tempo, monasteri buddisti e paesaggi da cartolina. Le difficoltà non sono mancate: frane, strade interrotte, freddo in quota, imprevisti tecnici. Durante la tappa tra Kaza e Losar, ad esempio, una frana ha obbligato i ciclisti a proseguire a piedi lungo un tratto impervio del pendio. Ma nulla ha fermato la determinazione della piccola carovana.
Il momento più impegnativo, ma anche il più simbolico, è stato il superamento del passo Shinkula, a quota 5.050 metri. Da lì, l’ingresso nel Ladakh ha portato gli avventurieri ad affrontare altri due valichi tra i 4.800 e i 4.900 metri prima di giungere a Leh, capitale della regione.
Un sogno realizzato
Il 19 luglio, con il volo di rientro Delhi-Malpensa, si è concluso un viaggio che resterà impresso nella memoria di tutti i partecipanti. Un’impresa che è molto più di una vacanza sportiva: è la dimostrazione che l’amicizia, la passione per l’avventura e la voglia di mettersi alla prova non hanno età.
Per Alberto Focilla e i suoi compagni, l’Himalaya non è stato solo una meta geografica, ma un traguardo dell’anima. Un luogo dove pedalare è diventato un modo per riscoprire il legame con sé stessi, con la natura e con gli amici di sempre.
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