Bioeconomia del bosco: a Malborghetto si disegna il futuro verde dell’impresa giovane


L’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, forestali e ittiche Stefano Zannier all’evento della Fondazione Agrifood – Bioeconomy “Il bosco che ci unisce, la bioeconomia del bosco” a Malborghetto

La bioeconomia del bosco non è solo un nuovo filone produttivo, ma una concreta strategia di rilancio economico, ambientale e sociale per le aree montane. È questo il messaggio chiave emerso oggi a Malborghetto durante l’evento “Il bosco che ci unisce, la bioeconomia del bosco”, organizzato dalla Fondazione Agrifood & Bioeconomy nell’ambito del festival NanoValbruna e con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia.

“Parlare di bioeconomia del bosco significa offrire una nuova visione imprenditoriale, soprattutto ai giovani, all’interno di un contesto ricco di potenzialità come quello forestale”, ha dichiarato Stefano Zannier, assessore regionale alle Risorse agroalimentari, forestali e ittiche, intervenendo all’apertura dei lavori.

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Un’opportunità per le imprese sostenibili

Secondo Zannier, la chiave del successo sta nell’integrazione tra innovazione e gestione forestale tradizionale: “Oggi mostriamo un modello imprenditoriale sostenibile, con ricadute economiche tangibili, capace di valorizzare attività già esistenti. Un approccio che genera un ecosistema favorevole alle imprese, in particolare a quelle guidate da giovani, i più attrezzati ad affrontare le sfide della transizione ecologica”.

L’incontro ha riunito istituzioni, imprese, ricercatori e cittadini in un momento di riflessione condivisa sulle risorse forestali come asset strategico per lo sviluppo dei territori montani. La bioeconomia del bosco emerge dunque come leva di rigenerazione, in grado di attivare nuove filiere, creare occupazione e favorire l’equilibrio tra tutela ambientale e crescita economica.

Progetti e reti per una bioeconomia circolare

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Tra gli interventi più attesi, quello di Matteo Scampicchio dell’Università di Bolzano, che ha presentato il progetto Ambra, focalizzato sulla valorizzazione delle risorse forestali locali attraverso pratiche di bioeconomia circolare. Il progetto mira a generare opportunità economiche sostenibili nelle zone montane, puntando su filiere corte, innovazione e connessioni interregionali.

A dimostrazione di un crescente interesse e impegno condiviso, è stato illustrato un network interregionale che coinvolge enti di ricerca, cluster, istituzioni e imprese di Friuli Venezia Giulia, Trentino e Veneto. Tra i protagonisti del tavolo: Pierpaolo Rovere (Fab FVG), Silvia Silvestri (Fondazione Mach), Marco Foschini (Clust-ER Agrifood) e Stefano Marabotto (Rete Innovativa Innosap).

Un ecosistema per la montagna del futuro

L’incontro ha confermato come la bioeconomia forestale rappresenti una frontiera concreta per l’innovazione sostenibile, capace di rilanciare i territori montani italiani in chiave moderna. Non solo una nuova economia, ma anche un nuovo modo di abitare e gestire il patrimonio naturale.

“La sfida – ha concluso Zannier – è costruire un sistema dove ambiente, economia e giovani imprenditori possano crescere insieme. La bioeconomia del bosco è uno degli strumenti più promettenti per farlo”.



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