sul podio con Spagna e Belgio


ROMA – Le sforbiciate della Banca Centrale Europea al costo del denaro stanno alleggerendo la rata del mutuo degli italiani. A luglio, il tasso medio applicato ai prestiti per comprare casa è di poco sopra il 3%, stabile sul mese precedente e in netto calo rispetto al 4,42% di dicembre 2023, quando l’Eurotower non aveva ancora iniziato la serie di tagli avviata a giugno dello scorso anno. Il dato (pari al 3,17%) è riportato nell’ultimo bollettino dell’Abi, l’associazione che riunisce le banche italiane e che segnala anche il calo al 3,56% del costo dei finanziamenti alle imprese. E infatti i prestiti a famiglie e aziende sono in crescita rispetto a un anno (+0,9%). Le condizioni di finanziamento nella penisola sono decisamente più favorevoli rispetto al resto d’Europa. Il confronto lo ha fatto la European Mortgage Federation. I dati sono riferiti all’ultimo trimestre dello scorso anno.

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Il confronto

Secondo l’analisi, il tasso medio sui mutui in Italia si è attestato al 3,11%. Per trovare condizioni migliori occorre andare in Spagna o in Belgio, dove la media è stata, rispettivamente, al 3,05% e al 2,89%. Tutti gli altri Paesi veleggiano invece su percentuali maggiori: la Francia è al 3,2%, la Germania al 3,6%, i Paesi Bassi al 3,52%, il Portogallo al 3,62%. In Ungheria e Polonia, Paesi che hanno la propria valuta e non sono dentro l’euro, si va addirittura oltre il 6 per cento. A beneficiare della politica della Bce sono in particolare i mutui a tasso variabile. Considerando un mutuo da 150 mila euro per 20 anni, la rata mensile è passata dai 970 euro di 12 mesi fa agli 804 euro attuali, con un risparmio di 166 euro al mese e di quasi 40 mila euro sull’intera durata del mutuo. Ad oggi, intanto, ci si aspetta almeno un altro taglio di 25 punti base da parte della Bce. I dubbi riguardano più la tempistica che la probabilità che ciò avvenga. Le componenti più rigoriste tra i membri del consiglio dell’Eurotower sono infatti convinte che il ciclo di tagli sia sostanzialmente concluso. Il mercato ritiene probabile che almeno un’altra sforbiciata ci sarà, a settembre. Alcuni analisti ipotizzano addirittura due tagli: il primo in autunno, il secondo a dicembre. Intanto occorrerà capire cosa deciderà giovedì la Banca Centrale. 

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