Il Piemonte in pieno “inverno demografico”


Torino, 19 luglio 2025 – Anche in Piemonte sia gli imprenditori sia i lavoratori sono sempre più anziani: nel 2024 l’età media dei primi ha raggiunto i 52 anni, mentre per i secondi è di 44,4 anni (era di circa 42 nel 2019). L’età degli occupati, inoltre, cresce più rapidamente di quella della popolazione generale, aumentata nello stesso periodo di poco più di due mesi. È un “inverno demografico” del lavoro quello che emerge dall’analisi condotta da Confesercenti su dati Inps, Istat e camerali.

“Il dato piemontese – dice Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti Piemonte – è sostanzialmente in linea con la media nazionale (51,9 anni) e ci sono regioni che fanno peggio. Ma questo non ci consola. I risultati della nostra ricerca tratteggiano uno scenario preoccupante: ci sono sempre meno giovani a iniziare un percorso imprenditoriale e si aggrava il problema del mancato ricambio generazionale nelle aziende in attività“.

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A pesare su queste cifre sono diversi fattori: pur in un trend di complessiva crescita, l’occupazione è in calo proprio nella fascia fra i 15 e i 34 anni; aumenta invece negli over 50, tra i quali si annoverano pensionati che sono tornati a lavorare, per lo più autonomi e professionisti; l’invecchiamento degli occupati è dovuto all’allungamento dei percorsi di studio e all’innalzamento dei requisiti pensionistici. Per quanto riguarda gli imprenditori, il progressivo allontanamento delle nuove generazioni dell’imprenditorialità denuncia le crescenti difficoltà per chi inizia, alle prese con una tassazione sempre più pesante; nel caso del commercio, le nuove abitudini di consumo legate al web rendono sempre più problematica la sostenibilità e la redditività dei negozi fisici.

C’è poi una circostanza legata agli inquadramenti contrattuali che rende il lavoro sempre più “povero” e precario: la diffusione crescente di “contratti pirata”, accordi al ribasso caratterizzati da sotto-inquadramento e riduzione delle tutele, compresa la previdenza integrativa e l’assistenza sanitaria.

“Tutto ciò – commenta Banchieri – rischia di azzoppare lo sviluppo economico e di penalizzare le prospettive di lavoratori e imprese. È urgente intervenire: Confesercenti propone un rafforzamento dei benefici per chi assume lavoratori al di sotto dei 35 anni e un regime fiscale agevolato per le imprese giovani. Per le aziende diventa sempre più difficile trovare la manodopera necessaria. La questione del reperimento di lavoratori attraverso un’immigrazione gestita e controllata è sempre più ineludibile. Purtroppo, le tifoserie contrapposte hanno finora impedito di affrontarla in modo pragmatico e efficace, ma sarà una sfida centrale per l’Intero Paese.

“Bisogna inoltre evitare il ‘dumping contrattuale’ che danneggia non solo i dipendenti, ma anche le imprese serie che vogliono stare sul mercato perché efficienti e non perché lucrano su salari ridotti e condizioni peggiorative per i lavoratori: premiamo la contrattazione collettiva ‘di qualità’, detassando gli aumenti salariali dei contratti sottoscritti dalle associazioni più rappresentative, ma anche 13esima e 14esima, che spesso i ‘contratti pirata’ non prevedono; ciò consentirebbe anche di incentivare la permanenza nel lavoro regolare. E ricordiamoci – conclude – che i lavoratori sono anche consumatori e che un maggior reddito contribuisce a rilanciare la domanda interna, obiettivo divenuto ancora più importante in un periodo di dazi crescenti”.

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