il Sistema Italia si mantiene ottimista sull’export nonostante le tensioni globali e i dazi


Le imprese italiane e il Sistema Paese guardano con ottimismo al futuro, nonostante le difficoltà del contesto internazionale e la minaccia dei dazi Usa che continua a incombere sugli scambi commerciali. Questo è quanto emerso durante la presentazione del Rapporto Ice 2024-25 e dell’Annuario Istat-Ice 2025, cui hanno preso parte i rappresentanti delle principali istituzioni italiane che si occupano di commercio con l’estero e internazionalizzazione, oltre al ministro degli Esteri Antonio Tajani e al ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Proprio quest’ultimo, in apertura dell’evento, ha ricordato come viviamo in un contesto internazionale “in cui i muri vengono rialzati” e la “globalizzazione si scompone”. Per questo motivo, le autorità italiane sostengono pienamente la commissione Ue nei negoziati sui dazi con gli Usa, evitando “misure di ritorsione” che porterebbero alla “guerra commerciale”. L’auspicio “è che i negoziati si concludano al meglio”, ha osservato Urso. Vanno però cercati “altri accordi di libero scambio” con Paesi “che condividono la nostra stessa sfera di valori”. In questa prospettiva, tutelare la presenza italiana sul mercato Usa resta comunque fondamentale, ha aggiunto il ministro, che ha ricordato come negli ultimi anni sia molto cresciuta “l’attrattività dell’Italia”, grazie anche alla stabilità garantita dall’attuale governo. Anche per queste ragioni, ha proseguito Urso, l’economia italiana “ha manifestato maggiore resilienza e capacità di adattamento” rispetto alle crisi degli ultimi anni.

“Ottimista” si è detto il titolare della Farnesina, che ha evidenziato che i dati annunciati oggi “sono confortanti”, perché “continuano a essere positivi” e “confermano la bontà della nostra strategia” di apertura della presenza italiana in mercati emergenti. In questa prospettiva, secondo Tajani, “dobbiamo lavorare in squadra per raggiungere gli obiettivi”. “Credo sempre in una visione strategica”, per dare “certezze alle imprese” e per far capire che “ci sono sistemi che collaborano e non sistemi che litigano”. Inoltre, ha proseguito il vicepremier, “non possiamo permetterci di arretrare rispetto all’obiettivo dei 700 miliardi di euro di export”, un traguardo “ambizioso” ma alla portata di un sistema, quello italiano, “che è la seconda manifattura in Europa”.

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Tajani si è poi detto convinto che sia possibile raggiungere un accordo con gli Usa sui dazi, dopo il suo viaggio a Washington dei giorni scorsi. La decisione del presidente statunitense Donald Trump di imporre dazi al 30 per cento è “legata al negoziato” e secondo il ministro “non ci saranno mai tariffe al 30 per cento”, motivo per cui “bene ha fatto l’Ue a sospendere le contromisure”, perché “la guerra commerciale non conviene a nessuno”. L’Italia è del resto molto presente negli Stati Uniti a livello di iniziative imprenditoriali, a dimostrazione che “noi investiamo negli Usa e possiamo fare ancora di più”. Attualmente, tuttavia, il rapporto euro-dollaro è a vantaggio della valuta statunitense e “questo per noi significa aggiungere a eventuali dazi un problema legato al valore dell’euro”. Di conseguenza, “credo sia giunto il momento di un intervento della Banca centrale europea, con due mosse”. La prima “è quella di continuare a ridurre il costo del denaro”, arrivando “all’uno per cento o allo 0,5 per cento” oppure con il lancio di un quantitative easing e “usare quei fondi per la politica industriale di cui l’Europa ha bisogno”.

Per il presidente di Agenzia Ice, Matteo Zoppas, gli imprenditori “hanno bisogno delle infrastrutture su cui far correre la propria crescita”, soprattutto le Pmi. “I nostri cavalli di battaglia” per l’export sono la meccanica, la chimica e la farmaceutica, ha osservato Zoppas, citando poi le “tre F”, vale a dire “food, fashion e furniture”. Rispetto alla questione dazi, il presidente di Agenzia Ice ha ricordato come gli Usa restino la destinazione in cui essere presenti “per essere visti in altri Paesi”. Bisogna dunque “continuare a investire” negli Usa, ha aggiunto Zoppas. Affrontando a sua volta questo tema, il presidente di Istat, Francesco Maria Chelli, ha auspicato che nelle prossime settimane “si riesca a chiudere un cerchio” nonostante il risultato “non dipende solo da come riuscirà a trattare” l’Europa ma “dalla rigidità della nostra controparte”.

Leggi anche altre notizie su Nova News

Clicca qui e ricevi gli aggiornamenti su WhatsApp

Vuoi acquistare in asta

Consulenza gratuita

 

Seguici sui canali social di Nova News su Twitter, LinkedIn, Instagram, Telegram





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Prestito personale

Delibera veloce