Torino aiuta l’Africa – I pannelli fotovoltaici dismessi dalle imprese torinesi ‘alimenteranno’ scuole e pozzi africani. Ecco l’innovativo progetto – TorinoNews24


A Torino nasce un’iniziativa innovativa che unisce sostenibilità ambientale e solidarietà internazionale: i pannelli solari non più utilizzati dalle aziende del territorio torinese verranno riutilizzati per portare energia in diverse zone dell’Africa, alimentando scuole, pozzi, piccoli impianti di refrigerazione e attività locali. Il progetto si fonda su una riflessione fondamentale: sebbene la produzione di energia solare sia una delle soluzioni più ecologiche, il continuo aggiornamento tecnologico porta molte imprese a sostituire i pannelli fotovoltaici ben prima della fine del loro ciclo di vita utile.

Infatti, tra il 2005 e il 2013 in Italia, complice il boom degli incentivi statali, furono installati impianti fotovoltaici in grado di generare complessivamente 11 gigawatt di potenza. Oggi, pur senza sovvenzioni, la produzione annuale ha raggiunto circa 7 gigawatt, un ritmo sei volte più veloce rispetto a quello degli anni precedenti. Questo significa che, nei prossimi anni, milioni di pannelli — stimati in oltre 48 milioni — verranno rimpiazzati da modelli più efficienti. Tuttavia, molti di questi dispositivi, pur non essendo all’avanguardia, continuano a produrre più dell’80% dell’energia originale e sono ancora perfettamente utilizzabili.

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Il riutilizzo dei pannelli, quindi, diventa una questione chiave sia per la sostenibilità che per l’opportunità economica.

È proprio su questo principio che si fonda il lavoro di Coesa, una energy service company con sede a Torino, guidata da Federico Sandrone. L’azienda ha ideato la piattaforma Keep the Sun 2.0, un marketplace digitale dedicato alla compravendita di pannelli solari usati, che ha ottenuto riconoscimenti importanti come il primo premio all’Impact Prototypes Labs per il suo modello imprenditoriale attento all’ambiente e al sociale.

Attraverso questa piattaforma, sono già stati gestiti oltre 38.000 pannelli usati, con un’età media di circa 11 anni, ancora capaci di garantire energia a basso costo in contesti dove l’accesso all’elettricità è limitato o assente. In particolare, il continente africano rappresenta il principale destinatario di questi impianti. Secondo i dati dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, nella sola Africa subsahariana oltre 600 milioni di persone vivono senza elettricità, solo il 35% delle scuole è allacciato alla rete elettrica e 900 milioni di persone non hanno accesso ad acqua potabile.

Il vantaggio economico è notevole: un pannello fotovoltaico di seconda mano costa circa l’80% in meno rispetto a uno nuovo, rendendo questa soluzione particolarmente interessante per contesti con risorse economiche limitate ma ampie esigenze energetiche.

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Un modello virtuoso che dimostra come il riuso possa diventare uno strumento efficace per ridurre gli sprechi e migliorare la qualità della vita in aree svantaggiate, trasformando il surplus tecnologico dell’Europa in risorsa per il Sud del mondo.



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