VENEZIA – Il piano del credito della Regione del Veneto per il 2025 mette sul piatto 344 milioni di euro destinati ad attivare 1,7 miliardi di investimenti. Roberto Marcato, assessore allo Sviluppo Economico, lo definisce «il più robusto nella storia del Veneto». Ma non basta. «Quello che manca qui è una banca veneta, che sia in grado di dialogare con le nostre piccole e medie imprese con quella sensibilità che solo un istituto di credito locale può avere», aggiunge l’assessore regionale.
E pensare che prima del crac, la trama del tessuto produttivo veneto ne aveva addirittura due: Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. «Le nostre piccole aziende fanno fatica ad accedere al credito spiega Marcato le banche standard non hanno interesse a erogare fondi sotto determinate soglie. Di fatto, abbiamo una parte di economia che fa fatica ad accedere al credito per questi motivi».
Da qui, secondo l’assessore, bisogna ripartire, con la politica in prima linea: «Sarebbe il caso che la classe dirigente di questa Regione pensasse a come avere delle banche venete, dopo i disastri delle popolari». Posizione che trova conferma nelle parole del segretario della Cgia di Mestre, Renato Mason: «L’azione meritoria della Regione deve essere accompagnata con un sistema bancario che abbia testa e cuore nel nostro territorio ha commentato ma abbiamo solo il sistema delle banche di credito cooperativo che è presente, ma con dei limiti. Le altre sono tutte non venete. L’Emilia Romagna, invece, può contare su un sistema di banche locali e i risultati si vedono».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link