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Il dipartimento dell’Istruzione degli Stati Uniti ha avviato un’indagine sui finanziamenti esteri ricevuti dall’Università del Michigan, affermando di aver riscontrato “divulgazioni inaccurate e incomplete” nei rapporti dell’ateneo. In una lettera ufficiale, il dipartimento ha chiesto all’università di fornire entro 30 giorni registri fiscali, elenchi di donazioni, sovvenzioni e contratti con enti stranieri, oltre ad altri documenti. Secondo le autorità, l’università ha ricevuto 375 milioni di dollari in fondi esteri dal 2020, di cui 86 milioni sarebbero stati segnalati in ritardo. In una nota, l’ateneo ha assicurato piena collaborazione e ha ribadito il proprio impegno a rispettare la legge, condannando “qualsiasi azione che possa danneggiare, minacciare la sicurezza nazionale o compromettere la missione pubblica dell’università”.
Il dipartimento dell’Istruzione ha anche definito “vulnerabili al sabotaggio” i laboratori di ricerca dell’università, richiamando l’accusa dell’anno scorso contro due cittadini cinesi che ha coinvolto un laboratorio dell’ateneo. Secondo l’Fbi, uno dei due avrebbe introdotto illegalmente nel Paese un fungo potenzialmente pericoloso da utilizzare in un laboratorio del campus. Tuttavia, alcuni esperti mettono in dubbio che l’agente fosse effettivamente una minaccia. L’amministrazione Trump ha avviato in passato azioni simili contro altre università, tra cui Harvard, la University of Pennsylvania e Berkeley, nell’ambito di una più ampia campagna contro programmi su Gaza, diritti di genere, cambiamento climatico e inclusione sociale.
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